La scorsa settimana – spiega la segretaria nazionale Fim Cisl Alessandra Damiani in una nota – il Ministro Patuanelli ci aveva comunicato che entro 24h avrebbe incontrato l’ad di Whirlpool La Morgia per verificare la consistenza del piano di riconversione e verificare le proposte, mentre il Presidente Conte ci disse che Whirlpool doveva solo comunicare gli ostacoli che impedivano il suo permanere a Napoli e rilanciare il sito. A questo punto ci chiediamo cosa si sia fatto in questi sette giorni. Ora il governo metta in campo decreto anti-delocalizzazioni.
Oggi ci aspettavamo una verifica rispetto a quanto ci era stato detto dal Presidente Conte e dal Ministro Patuanelli la settimana scorsa, ma è del tutto evidente che non è stato così. Nessuna apertura c’è stata da parte di Whirlpool per il sito di Napoli. Anzi, l’azienda ha rimarcato la sua posizione rispetto al sito campano confermando la procedura di cessione di ramo d’azienda, ex art.47 e la riconversione industriale. Procedura tra l’altro, scaduta il 12 ottobre scorso con effetto dal 1 novembre.
Visto l’esito dell’incontro di oggi ci chiediamo a cosa siano serviti questi sette giorni di attesa e perché il Ministro Patuanelli non ha messo in essere il decreto anti-delocalizzazioni. Siamo di fronte all’ennesimo cambio di posizione dell’azienda che in questa vertenza non ha mai dimostrato alcuna affidabilità cambiando posizione più volte, rimettendo in discussione un piano industriale che con noi aveva sottoscritto a ottobre dello scorso anno e dimostrando, come è accaduto oggi, nessun rispetto delle istituzioni italiane, del sindacato e dei lavoratori.
Appena appresa la notizia – continua Damiani – è stato dichiarato sciopero ad oltranza nel sito di Napoli e si sta pensando l’occupazione della fabbrica e uno sciopero oggi in tutto il gruppo di due ore. Sono ore drammatiche l’azienda sta mostrando un’irresponsabilità senza precedenti. Una bomba sociale pronta a esplodere e di cui Whirlpool è l’unica responsabile.
Noi continueremo la mobilitazione, non lasceremo soli i lavoratori fino a che non otterremo un risultato che tuteli e salvaguardi i lavoratori del sito di Napoli e le loro famiglie. Chiudere una fabbrica come quella di Napoli è fare un regalo alla Camorra. Un presidio industriale è un presidio di legalità.