Una “digital tax” sui giganti del Web che può portare mezzo miliardo all’anno e un piano per la casa del valore di circa un miliardo. Sarà una manovra “snella”, considerando le poche risorse, ma per il premier Giuseppe Conte anche “coraggiosa”, soprattutto nella lotta all’evasione fiscale, perché “essere onesti conviene”.
“La nostra impostazione è apprezzata. Voglio rendere noioso il confronto”, dice il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri da Lussemburgo. Il ministro specifica poi che da gennaio 2020 verrà diventare operativa la tassa sui giganti della Rete, di cui si discute dal 2013. Si dovrebbe ripartire, salvo correzioni del Parlamento, dal prelievo previsto, ma mai attuato, dal governo M5s-Lega del 3% per le grandi società con almeno 750 milioni di ricavi (almeno 5,5 in Italia). L’obiettivo è di incassare 150 milioni nel 2020 e 600 milioni all’anno a regime.
La cedolare secca e l’ecobobus. Il governo, inoltre, festeggia anche l’intesa con le Regioni, a partire dalle risorse per la sanità (2 miliardi il prossimo anno) e annuncia che la legge di bilancio confermerà il sisma bonus e prorogherà la cedolare secca e l’ecobonus, che sarà modificato, secondo Stefano Patuanelli, per non penalizzare troppo piccole e medie imprese.
Il Def. Anche la nota di aggiornamento al Def passa a Montecitorio solo per tre voti, con 319 sì. Assenti 5 Dem (“giustificati”), 1 di Leu e 1 di Iv, ma soprattutto 14 M5s. “E’ più evidente che non siamo noi i fattori di destabilizzazione della maggioranza. – osservano i renziani – Non ci convocano alle riunioni e Conte non si è degnato di riceverci, poi però diremo la nostra”.