Gli albergatori italiani sono tenaci e continuano ad aver voglia di investire. Lo fanno nonostante uno scenario ingarbugliato a causa della riapertura di alcuni mercati della sponda sud del Mediterraneo, del calo della domanda tedesca e dell’imperversare delle strutture ricettive illegali che si nascondono dietro l’etichetta delle locazioni brevi, ai quali si sono recentemente aggiunti i guasti provocati dai fallimenti del gruppo Thomas Cook e di Amoma. E’ quanto fa sapere Federalberghi in una nota.
Intervento urgente. Nel rammentare che la legge di bilancio per l’anno 2019 non ha rifinanziato il tax credit, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca invita il Governo ed il Parlamento ad un intervento urgente: si tratta di un obiettivo di primaria importanza per il rilancio del settore turistico italiano, che la federazione ha incluso tra le priorità per la prossima manovra di bilancio, insieme alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia IVA ed al completamento della legislazione di contrasto all’abusivismo.
La necessità di risorse. Federalberghi nello specifico, – si legge nella nota- chiede che vengano garantite le risorse necessarie per assicurare la doverosa copertura a tutte le imprese che effettuano un investimento, in analogia a quanto già avviene per le ristrutturazioni delle civili abitazioni, ponendo fine ad una procedura iniqua, che sino ad oggi ha assegnato il credito d’imposta a chi ha il dito più veloce o la linea internet più performante, per non parlare delle le peripezie che hanno caratterizzato l’ultimo click day.
“Basta tasse sul turismo e sul lusso. Ci auguriamo che non accada, ma se l’Iva fosse rimodulata e salisse al 22% per gli hotel di alta fascia, abbiamo già pronta una contromossa. Declasseremo tutti gli alberghi a 5 stelle per risparmiare quel famoso 10% di cui si parla. L’Italia si troverà a non avere più alberghi a 5 stelle. – affermaBernabò Bocca, dal Ttg Travel Experience di Rimini – Torneremo alla situazione di anni fa: in Italia c’erano meno di 80 hotel di lusso perché avevano l’Iva altissima. Oggi sono più di 500, ma siamo pronti a scendere di nuovo a meno di 80. – aggiunge – Che un nuovo governo come prima azione penalizzi i prodotti di lusso che siamo in grado di esprimere per abbassare l’Iva sui pannolini mi sembra una cosa solo populista. Giustissimo abbassarla, ma trovino i soldi da un’altra parte”.