Il nome di Greta Thumberg e le sue battaglie per il clima sono ormai noti a tutti. Un po’ meno conosciute sembrano essere, invece, le evidenze scientifiche di 500 scienziati che si porrebbero in netta contrapposizione ai discorsi e alle manifestazioni in nome dell’emergenza climatica di cui Greta fa da capofila.
È davvero emergenza climatica? Se è vero, infatti, che la questione climatica e del surriscaldamento globale non va presa sotto gamba, è altrettanto reale e forte di conoscenze scientifiche la lettera che 500 scienziati hanno sottoscritto e indirizzato al segretario generale dell’Onu Guterres manifestando la loro contrarietà all’allarmismo climatico.
Cambiamento climatico, una minaccia per il Pianeta. Da un lato abbiamo, quindi, le manifestazioni di protesta promosse da FridaysForFuture per chiedere ai governi di intervenire con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale. In questo versante è ovviamente la stessa Greta Thumberg che al vertice sul clima, in occasione della 74esima sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu, ha pronunciato un discorso che non ha lasciato spazio ad fraintendimenti sottolineando e rimarcando la necessità di intraprendere politiche decise a sostegno del Pianeta. “Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. Il mio messaggio – tuona Greta – è che vi teniamo gli occhi addosso”.
La rassicurazione di 500 scienziati: non c’è emergenza climatica. Mentre l’agenda internazionale pone il clima al vertice della lista delle preoccupazioni e i riflettori sono puntati sulla giovane attivista svedese, d’altro canto ci sono 500 scienziati che si esprimono contro l’allarmismo climatico. A tal proposito, Guus Berkhout, geofisico e professore emerito presso l’Università dell’Aia, in collaborazione con scienziati e associazioni di 13 Paesi, ha pubblicato una “Dichiarazione europea sul clima” che avrebbe lo scopo di far sapere che non c’è urgenza né crisi climatica. L’esperto chiede, quindi, che le politiche climatiche vengano ripensate, riconoscendo in particolare che il riscaldamento osservato è inferiore al previsto e che l’anidride carbonica, lungi dall’essere inquinante, avrebbe addirittura effetti benefici per la vita sulla Terra.
La lettera indirizzata al presidente dell’Onu. I 500 esperti scrivono quindi a chiari lettere che quella in cui ci troviamo “non è un’emergenza” e spiegano che “i modelli di divulgazione generale sul clima su cui si basa attualmente la politica internazionale, sono inadeguati”. “È pertanto crudele e imprudente – spiegano – sostenere la perdita di trilioni di dollari sulla base dei risultati di modelli così imperfetti. Le attuali politiche climatiche indeboliscono inutilmente il sistema economico, mettendo a rischio la vita nei Paesi a cui è negato l’accesso all’elettricità permanente a basso costo. Vi invitiamo a seguire una politica climatica basata su solida scienza, realismo economico e reale attenzione a coloro che sono colpiti da costose e inutili politiche di mitigazione”.
C’è bisogno di confronto. Poi gli scienziati invitano ad organizzare insieme a loro, all’inizio del 2020, “un incontro costruttivo di alto livello tra scienziati di fama mondiale di entrambe le parti del dibattito sul clima” con l’obiettivo di mettere a confronto le due realtà contrapposte tra chi grida all’emergenza e chi, invece, corre alle rassicurazioni. Il dibattito – concludono – “renderà effettiva l’applicazione del giusto e vecchio principio di buona scienza e giustizia naturale secondo il quale le due parti devono poter essere ascoltate in modo completo ed equo. Audiatur et altera pars!”.
In conclusione rimangono due posizioni contrapposte. Secondo quella che possiamo definire la “corrente scientifica” seguita dagli esperti autori della lettera, la spiegazione è una sola: vale a dire che il clima varia da quando esiste il pianeta con fasi naturali fredde e calde. La CO2? La tesi sostenuta è che non sia un’inquinante bensì un elemento positivo e necessario per la fotosintesi. Insomma, a torto o a ragione, mentre gli scienziati dicono la loro sulla base di evidenze scientifiche, Greta Thumberg e i gretini domani scenderanno in piazza per il terzo Global strike for climate, lo sciopero globale per il clima, lanciato dal movimento FridaysForFuture. In Italia saranno tanti gli studenti che, da Roma a Milano, passando per Napoli, Firenze e Palermo scenderanno in una delle 150 piazze della manifestazione. Per la prima volta, ricordiamo, come precisato dal Ministro Fioramonti che si è apertamente schierato dalla parte di coloro che aderiranno ai cortei, i ragazzi potranno giustificare l’assenza per aver partecipato alla manifestazione.