Duro colpo per le tv pirata online, le cosiddette IPTV (Internet Protocol Television), sistema che, convertendo il segnale analogico della pay tv, lo trasforma illegalmente in segnale web-digitale. La maxi operazione internazionale, conosciuta con il nome “Eclissi”, condotta dalla Polizia di Stato con il coordinamento della Procura di Roma e dalle Agenzie europee Eurojust ed Europol, riguarda in Italia almeno 5 milioni di utenti fuorilegge, che ora saranno oscurati, per un volume d’affari di oltre 2 milioni di euro al mese.
L’operazione ha visto la cooperazione delle Polizie e delle autorità giudiziarie anche di Francia, Paesi Bassi, Germania, Bulgaria e Grecia, impegnate contestualmente in tutta Europa a supporto degli uomini della Polizia Postale. Nel corso delle perquisizioni effettuate nei confronti dei promotori dell’organizzazione che gestiva le “tv pirata” è stato arrestato in flagranza di reato, a Salonicco, Christos Papaoikonomu, inventore e gestore della piattaforma Xtream Codes. L’uomo è stato trovato in possesso di oltre 110.000 euro in contanti, criptovalute e diverse centrali. L’attività è stata svolta in collaborazione tra la Guardia di finanza italiana e la Polizia greca sotto il coordinamento dell’agenzia europea Eurojust.
“Le indagini – ha detto il colonnello Giovanni Reccia, comandante del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche durante una conferenza stampa – sono partite nel 2017 dal monitoraggio di tutta una serie di siti che offrivano pacchetti illegali di abbonamento a pay tv: dagli indirizzi Ip siamo risaliti ad una organizzazione estremamente complessa che, attraverso centinaia di server distribuiti in diversi Paesi e la decodifica del segnale, offriva agli utenti finali una vastissima scelta di programmi di tutti i generi”.
“Saranno perseguiti anche gli utenti che hanno preso i pacchetti in maniera illegale: andremo a individuare coloro che hanno acquistato i palinsesti a un prezzo bassissimo” ha aggiunto Reccia, ribadendo che bisogna rendersi conto che “si commette un reato” rischiando la “reclusione e una multa da 2.500 a 25mila euro”.