Via alla misurazione e alla certificazione della rappresentanza sindacale. Il compito di raccogliere i dati su iscritti (dato associativo) spetterà all’Inps, insieme all’Ispettorato nazionale del lavoro, su voti (dato elettorale). Si tratta di un mix sul quale si misurerà la rappresentatività delle sigle, anche nel privato. E’ quanto emerge dalla convenzione, in dieci articoli, che giovedì 19 sarà firmata da Inps, Inl, Cgil, Cisl, Uil e Confindustria.
L’obiettivo è di dare certezza agli accordi, arginare i contratti pirata ed il dumping contrattuale. Per ora riguarda la platea dei contratti nazionali di categoria che rientrano nel sistema Confindustria, ma si punta ad estendere le nuove regole alle altre associazioni datoriali e a misurare anche la rappresentanza delle imprese (come indicato nel più recente ‘Patto della fabbrica’). I dati serviranno anche per il monitoraggio dei contratti al Cnel. I dati non sono nominativi ma verranno raccolti in forma anonima. La convenzione ha durata triennale.
Un passaggio, che consentirà di mettere in pratica quanto già concordato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria nei precedenti accordi, a partire dal 2011 e 2013 (allora definito “storico”). Al tavolo della contrattazione nazionale possono sedere i sindacati che raggiungono il 5% nel mix tra iscritti e voti. Sono validi i contratti sottoscritti dalle organizzazioni sindacali che rappresentano almeno il 50% più uno, cioè la maggioranza semplice. La stessa maggioranza semplice richiesta per la consultazione certificata dei lavoratori, cioè il voto a cui sottoporre gli stessi accordi.