E’ stato emanato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella il decreto legge relativo alle “Misure urgenti per la tutela del lavoro e la risoluzione di crisi aziendali”, approvato dal Consiglio dei Ministri in data 6 agosto 2019. Il provvedimento, detto “salva-Ilva” sarà in Gazzetta entro domani. L’obiettivo del dl è di risolvere alcune importanti crisi aziendali, ristabilire l’immunità per i vertici della ex Ilva, in mano a Arcelor Mittal, tutelare i nuovi lavori come quelli dei rider e favorire i meccanismi di gestione del reddito di cittadinanza attraverso l’assunzione di dipendenti Inps e Anpal Servizi.
I primi tre articoli. Tra i 16 articoli, i primi tre sono riservati alla definizione della normativa per le tutele dei rider, apportando modifiche al jobs act. Viene ridotto “il cottimo”, che deve essere “in misura non prevalente”, e si introduce la paga oraria, purché il lavoratore accetti almeno una “chiamata”. Ai rider deve poi essere garantita l’assicurazione contro gli infortuni. Dall’articolo 9, emerge la parte dedicata alle misure a sostegno delle crisi aziendali, in particolare vengono finanziati gli ammortizzatori sociali dei lavoratori occupati nelle aree di crisi industriali complesse in Sardegna e in Sicilia, nella provincia di Isernia.
Le misure “salva – ilva.” L’articolo 11 si riferisce, invece, alla vertenza Whirlpool e prevede per le grandi aziende (che hanno più di 4.000 dipendenti in Italia), una forte agevolazione nei versamenti previdenziali, a patto che abbiano stipulato nel 2019 un contratto di solidarietà per una durata di almeno 15 mesi. Dalla misura emerge lo stanziamento di 10 milioni di euro per il 2019 e di 6,9 milioni per l’anno 2020. Fondamentale l’articolo 14, che contiene le misure salva-Ilva. In realtà, la norma, applica ai gestori un principio generale del nostro ordinamento per cui “l’esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica esclude la punibilità” (articolo 51 codice penale).
In questo caso si precisa che, per tutti gli atti compiuti da Arcelor Mittal in “osservanza delle diposizioni contenute nel Piano Ambientale” non possono dar luogo a responsabilità penale. “Resta ferma la responsabilità” penale, civile e amministrativa per la violazione di norme a tutela della “salute e della sicurezza dei lavoratori”.