L’ora della resa dei conti per il futuro governo giallorosso è finalmente arrivata: oggi infatti gli iscritti al M5S sono chiamati ad esprimersi a favore o meno del nuovo esecutivo nato dall’alleanza con il Pd. Sarà possibile votare dalle ore 10 alle 18 direttamente sulla piattaforma digitale Rousseau, mentre il programma di governo, come annunciato dal blog delle Stelle, “sarà consultabile online”. Ma non sono pochi i dubbi sollevati a proposito dell’affidabilità del voto virtuale, e non solo da parte degli avversari politici del Movimento.
Chi può votare? «Sei d’accordo che il Movimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?». È questo il quesito sulla piattaforma Rousseau al quale gli iscritti al M5S potranno rispondere, a patto di essere iscritti almeno da 6 mesi. Tuttavia, la stessa iscrizione al movimento è subordinata ad alcune importanti restrizioni. Innanzitutto, è necessario dimostrare di essere cittadini italiani maggiorenni, inserendo gli estremi di un documento d’identità, e non fare parte, al momento dell’iscrizione, di partiti o associazioni contrari ai principi del M5S. Il futuro iscritto deve inoltre aderire allo Statuto e al Codice Etico del Movimento, nonché accettare il trattamento dei propri dati personali e sensibili.
La piattaforma Rousseau è il sistema operativo del Movimento 5 Stelle, attraverso cui quest’ultimo gestisce la partecipazione attiva dei suoi scritti, che di volta in volta possono essere chiamati a partecipare alle azioni politiche del Movimento. Ma la piattaforma, online dal 2016, non è di proprietà del M5S, bensì dell’omonima società no profit fondata da Gianroberto Casaleggio e suo figlio Davide. Fin ad ora, il M5S è ricorso ad essa in diverse occasioni: tra le più importanti, la consultazione aperta lo scorso 30 maggio per riconfermare o meno la leadership politica di Luigi Di Maio, in occasione della quale si è registrato il record di partecipazioni, con 123.755 preferenze registrate.
Le riserve del Garante della privacy. Nei corsi dei mesi di attività di Rousseau, non sono mancate le critiche nei confronti della sua effettiva affidabilità, anche da parte di voci autorevoli, come quella del Garante della privacy. A causa di “importanti vulnerabilità” che hanno reso possibile l’accesso da parte degli hacker, il garante ha infatti sanzionato in più occasioni la piattaforma. È stato questo il caso della multa di 32 mila euro del marzo 2018 o della più recente sensazione di 50 mila euro dello scorso aprile. Inoltre, a garantire il voto, manca, a detta degli esperti, la certificazione di quest’ultimo da parte in un ente terzo. Ma a tal proposito non si è fatta attendere la risposta dell’associazione Rousseau che dalla sua pagina Facebook ha rassicurato: “L’area voto utilizzata negli ultimi 5 mesi e che verrà utilizzata per il voto sul Progetto di Governo NON è stata oggetto di contestazioni da parte del Garante della privacy”.
Ma la peggior accusa arriva da un’ex pentastellata, Marika Cassimatis, che, intervistata da Adnkronos, ha riportato alla luce un episodio poco lusinghiero per il Movimento. L’evento in questione risale alle comunali di Genova del 2016, quando, come dichiarato dalla stessa Cassimatis, Beppe Grillo, con il post Fidatemi di me, ha ignorato la volontà degli iscritti M5S che avevano eletto l’insegnante ligure candidato sindaco di Genova. Ma l’attacco più duro riguarda proprio le consultazioni di oggi, a proposito delle quali Cassimatis affonda il colpo: “non so quale valore possa avere la consultazione, perché alla fine decide Di Maio per statuto”. All’articolo 4 del nuovo statuto si legge infatti: “il Garante o il Capo Politico possono chiedere la ripetizione della consultazione, che in tal caso s’intenderà confermata solo qualora abbia partecipato alla votazione almeno la maggioranza assoluta degli iscritti ammessi al voto.” Si tratta quindi di un’accusa ancor più scottante, perché nei fatti conforme a quanto scritto nello stesso statuto del M5S.