La produzione industriale che vacilla, le tariffe, la politica, un Paese che non cresce e cittadini scontenti. Oltre un agosto bollente, con una crisi di governo quasi alle spalle, si prospetta un autunno caldissimo. Il presidente del Codacons, l’avvocato salernitano, Carlo Rienzi, traccia una linea sulla situazione italiana.
Quali i temi per voi più scottanti? Senza dubbio quelli economici, dai prezzi ai consumi alle tariffe, ma in particolare il possibile aumento dell’Iva che dovrebbe scattare nel 2020, e per il quale non si conoscono le coperture che si metteranno in campo per evitare che scattino le clausole di salvaguardia. Un vero e proprio massacro per le famiglie. Un colpaccio che porterebbe ad un aumento dei listini con conseguente crisi dei consumi. Infatti le clausole di salvaguardia che prevedono gli aumenti dell’Iva e delle accise sui carburanti non prevedono solo il ritocco delle aliquote dal 22 al 25,2% (ordinaria) e dal 10 al 13% (ridotta) nel 2020, ma stabiliscono che l’Iva debba aumentare anche nel 2021, raggiungendo quota 26,5%. Per entrambi gli anni, inoltre, tali clausole prevedono anche gli incrementi delle accise sui carburanti con un gettito stimato dalla Legge di Bilancio pari a 400 milioni di euro all’anno. Accise più alte equivalgono a più elevati costi dei carburanti, con conseguenti effetti negativi sui listini dei beni trasportati su gomma. Dunque, i prezzi al dettaglio di una moltitudine di beni di largo consumo subiranno un aumento che determinerà a regime, nel biennio 2020-2021 e a parità di consumi, una stangata complessiva pari a 1.200 euro a famiglia. Non poco, direi.
Un bilancio su questo ex governo Gialloverde? Dal punto di vista dei consumatori il giudizio non può che essere negativo. Non abbiamo assistito ad alcun miglioramento sul fronte dei diritti degli utenti, mentre i dati economici, dal Pil all’industria, continuano a registrare segno negativo, a dimostrazione che il Paese non ha intrapreso la strada della crescita ed è rimasto impantanato e indietro rispetto al resto d’Europa.
Nuove regole pronto soccorso, il Codacons attacca. Quali i motivi? Il problema dei pronto soccorso non è certo il numero di codici per il triage. Negli ospedali specie del sud Italia si assiste quotidianamente a scende da terzo mondo, con i pazienti costretti ad attese di ore e ore prima di essere visitati. Anziché incrementare i codici di accesso, sarebbe servito aumentare il numero di medici e infermieri in servizio, in modo da far fronte alle richieste ed offrire una assistenza sanitaria decorosa e in linea con gli standard fissati dal Ministero. Sarebbe stata una buona idea. E soprattutto avrebbe risolto i veri problemi e criticità dell’emergenza.
La produzione industriale vi preoccupa? I dati sull’industria sono estremamente negativi, e in continuo peggioramento rispetto al 2018. Se l’industria va male, l’intera economia rallenta, ed è per questo che chiediamo da tempo di aumentare la capacità di spesa delle famiglie. Intendiamoci, solo attraverso una ripresa dei consumi è possibile dare benzina all’economia nazionale, a partire proprio dall’industria. E’ l’unica strada, l’unica via d’uscita.
Roma, asfalto che si sbriciola, buche, tram che bruciano e metro chiuse, immondezza, degrado. Cosa succede alla Capitale? Roma è in preda al caos più totale. Il peggioramento della Capitale è sotto gli occhi di tutti, basta fare un giro per la città per rendersi conto dello stato di degrado in cui versa. Non passa giorno senza che il Codacons denunci disservizi, inefficienze, problemi e disagi vari arrecati ai cittadini, ed è un vero peccato perché lo sfacelo di Roma, oltre a torturare chi vi abita, danneggia l’immagine dell’Italia agli occhi del mondo. E allontana i turisti dalla Capitale. Non a caso abbiamo chiesto all’Unesco di ritirare il riconoscimento “patrimonio dell’umanità” assegnato alla Capitale, perché non più rispondente alla realtà.
Divieto del panino a scuola, il principio che tutela è: la scuola dell’uguaglianza. Perché il Codacons fa ricorso? Perché si tratta di un diritto indiscutibile dei genitori scegliere l’alimentazione dei propri figli. Io come padre posso scegliere cosa far mangiare a mio figlio, ma se sono costretto a usufruire della mensa scolastica perdo tale diritto. Senza contare le spese che dovranno affrontare le famiglie per il servizio di refezione. C’è poi la questione del livello qualitativo delle mense, spesso al centro di gravi scandali igienici e sanitari, che può portare un genitore a scegliere di non usufruire di servizi che ritiene inadatti al regime alimentare del proprio figlio.
Furbetti del cartellino, pensa che con le nuove norme si sia arginato il problema? Occorre attendere e vedere i risultati sul lungo periodo. Riteniamo tuttavia i veri responsabili di tale malcostume siano i dirigenti, i quali non controllano i propri sottoposti e danno carta bianca all’illegalità. Quando si verificano casi di assenteismo, dovrebbero rispondere sia i lavoratori disonesti, sia i responsabili dei vari uffici, attraverso sanzioni esemplari fino al licenziamento.
Nel ’69 da extraparlamentare capeggiò il Collettivo politico giuridico; nel 2004 decise di puntare all’Europa con la Lista Consumatori; alle politiche del 2006 si candidò alla Camera. Poi candidato sindaco a Roma nel 2016. Le manca la politica? La politica per me è stata sempre e solo un banco di prova per capire come gli italiani non amino che chi li difenda veramente, entri in politica. Questo anche se all’ultima candidatura a sindaco di Roma ho raccolto oltre 3000 voti, presi tutti personalmente. Voti che sono per me un segnale importante di sostegno de cittadini.