Secondo i dati più recenti resi disponibili dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in Italia si contano 8.893 società partecipate, per un numero totale di 48.896 partecipazioni pubbliche in atto. Nonostante la contrazione registrata negli ultimi anni, è quindi ancora evidente il ruolo significativo svolto dal settore nel panorama economico italiano. Tuttavia, la tendenza alla privatizzazione e all’aggregazione è destinata a trasformare ulteriormente il comparto nei prossimi anni. Ma ad oggi qual è lo stato delle società partecipate nel nostro paese?
Le società partecipate sono quelle società di cui lo Stato o un Ente locale (Regione, Provincia o Comune) detiene una quota di proprietà inferiore al 50% (in caso contrario si parla infatti di “società controllate”) e operanti nei servizi pubblici a rete di interesse economico generale. Una categoria interna ad esse e particolarmente consistente è rappresentata dalle S.I.A.E., ovvero “le società partecipate direttamente e indirettamente da Enti territoriali nei servizi locali idrico, ambientale ed energetico” e di cui si tratterà più nello specifico in questo articolo. Come anticipato, negli ultimi anni il settore è stato oggetto di un lavoro di revisione destinato a ridurre la partecipazione pubblica e quindi il peso sulla spesa pubblica, di cui il decreto legislativo n. 175 del 2016, anche noto come Testo Unico delle società partecipate, ha rappresentato un momento decisivo.
I dati. Stando a quanto riportato nel 2017 dalla fondazione Utilitatis (White Book, 2017), il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha rilevato nel nostro paese 48.896 partecipazioni pubbliche, “riconducibili a 8.893 società (ciascuna società è partecipata in media da 5,7 enti)”. Tuttavia, è necessario considerare che di queste al momento della stesura del rapporto 1.663 risultavano non attive o in fase di liquidazione, mentre un numero ben più ampio (circa 2.286 società) sarebbero state a breve sottoposte a razionalizzazione, in quanto non conformi ad almeno uno dei prerequisiti imposti dal Testo Unico. I dati più interessanti riguardano però lo stato economico di tali società, in quanto non solo “la grande maggioranza delle partecipate è detenuta dalle Amministrazioni locali (94%)”, ma esse vantano anche “un Valore della Produzione di 93 miliardi di euro e 411.000 dipendenti”. Il loro rilievo economico quindi è tutt’altro che trascurabile considerato che l’intero comparto delle partecipate pubbliche genera “un risultato netto positivo di oltre un miliardo di euro”.
Il rilievo economico e occupazionale delle S.I.A.E. Secondo l’indagine Utilitatis sono 1.553 le società S.I.A.E. presenti in Italia. Ma, sebbene esse rappresentino solo il 17,9% dell’intero comparto, vantano, con “un Valore della Produzione di oltre 42 Mld€” (pari al 2,6% del PIL nazionale), il 41% del Valore di Produzione complessivo delle società partecipate. 124.000 sono invece gli addetti complessivi, pari al 22% del totale degli assunti nel settore e allo 0.5% degli occupati in Italia. È interessante rilevare come la distribuzione del Valore di Produzione non sia simmetrica a quella del numero degli addetti. Se infatti è vero che in termini economici il Sud e le isole partecipano solo per l’8% al Valore di Produzione complessivo (il Nord ne rappresenta il 71%), le percentuali salgono per quanto riguarda l’occupazione (il 19% degli occupati si trova nel Sud e nelle isole). Tale differenza è dovuta al fatto che nel Mezzogiorno è maggiormente diffuso il settore dell’igiene urbana, “che è notoriamente il più labour intensive.”
Il futuro vedrà però altre importanti riduzioni del settore, oltre alle 92 società in fase di liquidazione e alle 170 da razionalizzare individuate già al momento dell’indagine Utilitatis. Tenendo infatti conto che a partire dal 2020 il fatturato di una società non dovrà essere inferiore a 1 milione di euro, verranno verosimilmente liquidate altre 274 società. Di conseguenza si prevede che nel prossimo futuro il numero complessivo di partecipate S.I.A.E. si attesterà sotto alle 1.200 unità, “circa il 37% in meno rispetto alle 1.909 del 2013.”