Crisi e spettro elezioni. E i mercati hanno dato già una loro opinione. Anche perché il rischio di esercizio provvisorio e quindi pure l’aumento dell’Iva non sono così remoti. Nei giorni scorsi la Borsa di Milano aveva chiuso in rosso con il Ftse Mib che ha perso il 2,48% e ha registrato il risultato peggiore tra le piazze europee. Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi era volato a quota 240 punti. Meno di un mese fa il ministro dell’economia, Giovanni Tria, si compiaceva che l’Italia aveva riconquistato la fiducia dei mercati dopo che la commissione europea aveva deciso di non aprire la procedura di infrazione. L’agenzia di rating Fitch ha mantenuto invariato il rating sovrano dell’Italia. Ma il giudizio nei confronti del nostro Paese non è stato affatto lusinghiero.
Ma cosa ha detto esattamente Fitch? La frase che sintetizza al meglio il pensiero dell’agenzia americana è la seguente: “al contrario, ci sono rischi al ribasso per le prospettive fiscali nel caso in cui un futuro Governo scelga di disimpegnarsi dalle regole fiscali dell’UE e sia più disposto a rischiare l’instabilità del mercato finanziario. Continuiamo a ritenere che il rischio di instabilità del mercato costituirà in definitiva il principale vincolo per un maggiore allentamento fiscale”.
Quali sono gli appuntamenti clou? Il primo appuntamento cruciale per la manovra di bilancio per il 2020 ci sarà a fine settembre poiché il governo, forse a quel punto dimissionario e in carica solo per gli affari correnti, dovrà presentare la Nota di aggiornamento al Def con le stime sui conti pubblici. A metà ottobre poi la scadenza più delicata, con la presentazione all’Unione europea del Documento programmatico di Bilancio che deve contenere le linee guida della manovra (e su cui la nuova commissione Ue si esprimerà entro novembre). Subito dopo, il 20 ottobre, il disegno di legge di bilancio, con tutte le misure e le relative coperture, deve essere trasmesso in Parlamento per consentirne l’approvazione entro il 31 dicembre così da evitare l’esercizio provvisorio e quindi anche l’incremento dell’Iva per 23,1 miliardi di euro.
Gli scenari politici che si potranno aprire nei prossimi mesi incombono, dunque, sull’economia italiana che è a crescita zero, con variazioni praticamente nulle. “Rinnoviamo l’appello a tutte le forze politiche affinché si rafforzi la consapevolezza della comune responsabilità delle scelte necessarie per mettere in sicurezza le prospettive della nostra economia, a partire dal blocco degli aumenti Iva previsti a legislazione vigente. Bisogna far bene, bisogna far presto. Perché nessuno ci farà sconti, né i mercati, né le istituzioni europee”, è il grido d’allarme della Confcommercio. “Lo scenario di una crisi di governo, che si apre in una fase di crescita zero e con la prospettiva di una legge di bilancio straordinariamente impegnativa – prosegue Confcommercio – non può non destare paura”.