In arrivo controlli a campione sul 10% di tutti i bandi pubblicati annualmente. Si tratta di circa cento procedure su cui l’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) dovrà vigilare e riferire al Miur. In caso di irregolarità, il ministero chiederà al rettore di annullare l’atto. Dopo un mese dallo scoppio dell’ennesima inchiesta giudiziaria su baronie universitarie e concorsi truccati in Italia (quella di Catania che ha portato alla sospensione del rettore Francesco Basile e di altri 9 docenti universitari), il ministro Marco Bussetti è pronto all’azione.
L’obiettivo di Bussetti. Secondo il ministro dell’Istruzione, occorre: “Garantire, nel rispetto dell’autonomia degli atenei, una sempre maggiore trasparenza. Troppe volte le cronache – aggiunge – si sono riempite di casi negativi che hanno rischiato di appannare l’immagine di un sistema universitario, quello italiano, che è di altissimo livello e che produce laureati che il mondo ci invidia e ci richiede. Con questo decreto – prosegue – ci muoviamo a tutela di chi fa bene e lavora, ogni giorno, per la crescita e il miglioramento del sistema.”
Il caso Catania. L’episodio più recente di presunte corruttele negli atenei risale al 28 giugno, quando il gip di Catania aveva chiesto la sospensione per il rettore (Francesco Basile) e 9 docenti dell’Università di Catania, indagati per associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Tuttavia, il sistema attenzionato dall’inchiesta “Università bandita” è molto più ampio. Le persone coinvolte sono 80 (ai 66 dell’inizio se ne sono aggiunti infatti altri 14), tra cui 40 professori dell’ateneo catanese e 20 di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona. Per un totale di 27 concorsi “truccati” e altre 97 procedure sospette.
Il trucco per far vincere il candidato “amico”. Cucire il bando addosso a lui così da tagliare fuori gli altri aspiranti prof, sebbene più titolati. E’ questa la tattica per avvantaggiare il cosiddetto candidato ‘amico’. Il Capo dipartimento per la Formazione superiore e la ricerca, Giuseppe Valditara, ha messo a punto un decreto ministeriale, che introduce un sistema di controlli a campione sul 10% di concorsi locali svolti ogni anno.
Come funzionano i controlli. Entro il 30 novembre di ogni anno il ministero sorteggerà il 10% di procedure da controllare. Sarà l’agenzia Anvur a verificare se esistono, come emerge dalla bozza di provvedimento, evidenti e macroscopici scostamenti tra il giudizio formulato dalla Commissione e le risultanze dal controllo. In sostanza, si controllerà il numero di pubblicazioni scientifiche dell’eventuale vincitore e degli sconfitti. In presenza di irregolarità, l’Anvur potrebbe convocare il rettore e chiedere spiegazioni, facendo poi confluire il tutto nella relazione complessiva da inviare al Miur entro il 28 febbraio.
Operazione di trasparenza. Entro fine marzo sarebbe il ministero a chiedere ai rettori l’annullamento in autotutela del concorso. Per evitare che l’alea del sorteggio disinneschi la misura, il decreto prevede che l’attenzione dell’Agenzia di valutazione guidata da Paolo Miccoli, possa estendersi ad altri concorsi giudicati “sospetti” dai diretti interessati. Secondo Miccoli, si tratta di un’“operazione di trasparenza che spero venga interpretata dal mondo accademico come un contributo per stemperare le polemiche, anche recenti, che rischiano di dare al Paese una visione distorta ed ingiusta delle università.”