Anche questa settimana politica è iniziata nel segno della polemica, ma questa volta il pomo della discordia arriva dal passato. La scintilla infatti che ha fatto esplodere il caso è stata la notizia della nomina di Sandro Gozi, l’ex sottosegretario agli Affari Europei durante il governo Renzi e Gentiloni, a consigliere delle politiche europee di Emmanuel Macron.
Ferma la condanna dal governo gialloverde. In seguito alla recente notizia della decisione di Gozi di entrare a far parte del governo francese di Edouard Philippe, non si sono fatte attendere le critiche da parte dell’attuale coalizione, che si è mostrata fin da subito d’accordo nel disapprovare la mossa di Gozi: il gesto dell’ex sottosegretario dem è un oltraggio al paese. È questo almeno il giudizio emerso dai commenti di alcuni esponenti parlamentari. Dichiarazioni incandescenti sono arrivate infatti sia dai 5 stelle, sia dal Carroccio, mentre il Pd cerca di prender tempo e rimanere neutrale sulla questione.
C’è chi parla di rischio di alto tradimento allo Stato. Si tratta del sottosegretario pentastellato Stefano Buffagni che ha definito il gesto dell’ex renziano “preoccupante e vomitevole”. In un post Facebook, pubblicato ieri sulla sua pagina, Buffagni ha espresso i suoi dubbi sulla questione “La domanda sorge quindi spontanea: per chi lavorava allora Gozi? Rappresentava davvero gli interessi dell’Italia o giocava su altri campi per altri paesi? Non c’è il rischio di alto tradimento contro la personalità dello Stato italiano?”. Il riferimento esplicito è alla sconfitta nel 2018 dell’Italia nella gara per aggiudicarsi l’Agenzia europea del farmaco, che per il deputato pentastellato, oggi potrebbe non essere stata poi così casuale.
Lega e 5 stelle sulla stessa linea. Fonti del M5s si sono mostrate in accordo con quanto dichiarato da Buffagni: “”Solo lo scorso maggio Gozi definiva la Tav Torino-Lione ‘il simbolo di un’Europa che vogliamo ricostruire’. Tempo due mesi e Macron gli ha dato un incarico nel suo governo. Gozi accettandolo ha dimostrato che tradiva il Paese prima e lo tradisce oggi. Ma in tutto ciò la Lega che dice?”. E alla chiamata dei pentastellati non si è fatta attendere la risposta della Lega. A parlare è stato proprio il vicepremier Matteo Salvini, anche lui a suon di post facebook: “Immaginate di chi facesse gli interessi questo personaggio quando era nel governo italiano”.
All’ennesimo attacco, arriva anche la risposta di Gozi, che su Twitter si è rivolto in particolare al ministro degli Interni: “Leggo che Matteo Salvini si chiede come io abbia tutelato gli interessi nazionali quando ero al governo – e ha poi aggiunto in tono di sfida – Caro Salvini, quando vuoi ci confrontiamo, atti e documenti alla mano, per vedere chi tra me e te ha curato di più e meglio gli interessi del nostro Paese. Facciamo così?”. Europeista convinto, Gozi non ha mai nascosto la vicinanza all’attuale Presidente della Repubblica francese. Le critiche erano infatti arrivate anche dopo la sua candidatura alle elezioni europee nella lista “Renaissance” del La République En Marche di Macron, in seguito alle quali è stato eletto con riserva, potendo cioè entrare a far parte del Parlamento europeo solo dopo la fuoriuscita dei deputati britannici.
Ma questa volta Gozi sembra aver sollevato un vero e proprio caso, sul quale neanche la leader dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, si è astenuta dall’esprimere il proprio disappunto. In un video Facebook, pubblicato questa mattina, Meloni ha infatti comunicato la scelta del proprio partito di depositare un’interrogazione al fine di scoprire “quali sono tutti i dossier che Sandro Gozi ha seguito quando era alla presidenza del Consiglio italiano che riguardano anche i francesi.” Scelta di certo approvata anche dal capogruppo 5 Stelle in commissione Esteri alla Camera, Pino Cabras, che ha dichiarato di sospettare un legame tra la rapida ascesa di Gozi nella politica francese e il suo ruolo nella stesura dei dossier con la Francia “evidentemente non certo a sfavore degli amici d’Oltralpe”.
Scritto da Maria Teresa Gasbarrone