È delle ultime settimane la proposta che sembrerebbe far vedere la luce in fondo alla tanto dibattuta questione Flat Tax. L’ipotesi emersa dalle ultime riunioni tecnico-politiche sarebbe quella di una Flat Tax “incrementale”, ovvero da applicarsi esclusivamente ai redditi eccedenti del 2020 rispetto a quelli dell’anno precedente. Soluzione questa che ridurrebbe significativamente i costi dell’operazione, rendendo così molto più verosimile un’ipotesi di incontro tra Lega e Movimento 5 Stelle.
Il punto sulla Flat Tax. Da quando se ne è iniziato a parlare, ormai mesi fa, la Lega non ha mai dato l’impressione di voler cedere su uno dei suoi cavalli di battaglia, quello della Flat Tax, non a caso uno dei punti saldi del Contratto di governo. Non si può dire però che da quell’ormai lontano marzo 2018 le carte in tavola non siano mai state cambiate, tutt’altro. Se da una parte la Flat Tax 15% Partite Iva è realtà già dal gennaio 2019 per i contribuenti con compensi fino a 65 mila euro, ben più complessa si è rivelata l’applicazione della nuova tassazione alle persone fisiche. Già da mesi infatti si è profilata l’ipotesi di una “tassa piatta” a doppio binario, ovvero che permetta ai contribuenti di scegliere tra due opzioni: adottare il nuovo sistema della tassazione ad aliquota fissa del 15% (per i redditi compresi tra i 15 mila e i 55 mila euro) o continuare con il vecchio sistema dell’Irpef a 5 aliquote. Ma anche rispetto a questa ipotesi non si è fatta attendere la proposta alternativa del M5s: modificare l’attuale Irpef riducendo il numero degli scaglioni previsti da 5 a 3.
Non sono mancate le critiche da parte dei pentastellati, soprattutto a proposito di quella che sembra essere la maggior falla della riforma tanto a cuore al partito di via Bellerio: il costo e i fondi, ad oggi non ancora chiari. Nel corso dei mesi si è parlato di diverse cifre, ma la più verosimile si attesta intorno ai 13 miliardi, che per gli esponenti della Lega non sembrerebbero essere un problema. È il caso del ministro degli Interni Matteo Salvini che in un suo post di facebook di fine giugno ha dichiarato: “I soldi li recupereremo dai grandi evasori, […] dalla pace fiscale, da alcune privatizzazioni”, o del viceministro dell’economia Massimo Gravaglia, che intervistato a Circo Massimo su Radio Capital ha sarcasticamente detto: “Quali sono le coperture della Flat Tax? Non le dico altrimenti Di Maio me le ruba”. Non stanno allo scherzo però i colleghi pentastellati che sulla questione fondi si mostrano irremovibili. Lo scorso 16 luglio, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, ha così commentato, come riportato dall’Agi, la volontà di Salvini di anticipare la manovra economica: “Se si vuole fare la Flat Tax ben venga. L’unica cosa che non ho visto ancora sono le coperture. Quello che non voglio – ha concluso il ministro del Lavoro – è che si tolgano soldi da una parte per metterli da un’altra”.
La Flat Tax incrementale potrebbe mettere d’accordo tutti. Forse Lega e M5s potrebbero aver trovato un compromesso proprio in queste settimane. Infatti, in questa nuova versione, la Flat Tax, sebbene nelle intenzioni della Lega si tratti solo di un primo passo verso la sua piena attuazione, potrebbe risultare più digeribile per i pentastellati. Applicando l’aliquota del 15% solo ai redditi incrementali del 2020, si otterrebbero infatti due benefici tutt’altro che irrilevanti. In primis questa variante renderebbe necessaria una spesa pubblica di 2 miliardi, riducendo così notevolmente i costi. Inoltre essa, non prevedendo nessun tetto massimo, ma al contrario essendo applicabile solo ai redditi incrementali, rappresenterebbe un valido deterrente all’evasione fiscale. Novità quest’ultima ben accetta al M5s, che invece aveva più volte indicato nella “tassa piatta”, con il suo tetto massimo di reddito, una nuova potenziale tentazione per gli evasori.
Una soluzione anche per la Legge di Bilancio. Con la nuova versione della Flat Tax dunque da una parte il Ministro dell’Economia Giovanni Tria tirerebbe un respiro di sollievo, soprattutto a fronte del già difficile obiettivo dei 23 miliardi necessari ad impedire nuovi aumenti dell’Iva, dall’altra la Lega porterebbe a casa un importante set nella partita con il M5s. Resta da vedere se effettivamente il Carroccio riuscirà a trasformare i suoi progetti in realtà, perché di certo la Flat Tax in quest’ultima versione è cosa ben diversa dal progetto originario.
Scritto da Maria Teresa Gasbarrone