Il Digital Mindset vorrebbe vederci pensare sul mondo digitale e vivere il mondo digitale in modo non solo diverso ma utile a comprenderlo e gestirlo proattivamente sviluppando le singole agility che costituiscono il nuovo Mindset. La change agility permette di muoverci con disinvoltura in questa “mutazione” digitale.
Vecchi pensieri e abitudini frenano il nuovo Mindset. Purtroppo, nel passaggio dal mondo “vintage” a quello “digitale” ci siamo tirati dietro pensieri e abitudini disfunzionali che frenano lo sviluppo del Digital Mindset oppure siamo passati a nuove abitudini che non lo favoriscono, come ad esempio smanettare con il cellulare invece che leggere un buon libro. Le abitudini sono routine consolidate nel tempo e cambiare abitudini “tossiche” per il nostro Digital Mindset è difficile. Farlo da soli lo è ancora di più. Se vogliamo cambiare abitudini dobbiamo trovare una routine alternativa, e le probabilità di successo sono più elevate se lo facciamo con altre persone, buone per noi. L’ applicazione Goodreads, ad esempio, ci aiuta a tracciare i nostri obiettivi annuali di lettura e ci dà anche la possibilità di collegarci ai nostri amici e condividere gli obiettivi. La nostra social agility, online e offline, viene in soccorso: cambiare insieme è più semplice. Condividere gli obiettivi di lettura, come condividere gli allenamenti della corsa con il Nike Group del nostro Apple Watch, ci permette di non sentirci soli nella nostra sfida personale nel voler leggere di più oppure allenarci quotidianamente: insieme è più facile cambiare abitudini. Dobbiamo farci contagiare da persone per noi “buone” e che quindi ci possano aiutare anche nel cambiamento perché lo hanno già fatto o perché insieme possiamo farlo incoraggiandoci a vicenda.
Goethe e una nonna calabrese. Una mia carissima amica, in una sera d’estate mentre azzannavo una costina di maiale, mi ha fatto connettere un altro “puntino” con il detto della sua nonna calabrese: “Vai cu migghiu tui e fanci li spisi”. Spero di averlo scritto giusto e che i calabresi doc non me ne vogliano, ci ho provato. La traduzione interpretativa di questa piccola saggezza di una nonna calabrese sarebbe “Vai con le persone che sono migliori di te e spesale, ovvero paga per loro, perché quello che ti ritornano sarà di più di quello che avrai speso pagando tu il conto”. Ed è proprio così: dovremmo andare innanzitutto con chi fa bene a noi, al nostro presente e al nostro futuro. Gute Leute: persone buone, diceva Goethe, soprattutto buone per la nostra mentre, per il nostro cuore e per la nostra anima.
Dovremmo invece liberarci di tutte le persone che per noi sono tossiche, quelle che limitano la nostra libertà di movimento ma anche di mente, quelle che frenano le nostre esperienze perché spesso non hanno coraggio di farne loro, quelle che sono avverse al rischio e che frenano la nostra energia ed il nostro entusiasmo, quelle ancorate al passato, quelle pessimiste e quelle che vedono tutto nero dicendoci “ma dove pensi di arrivare?”. Un allenamento pratico per il nostro cambiamento in ottica di “change agility” è individuare persone che per noi possano essere di esempio, persone ad esempio che hanno ripreso in mano gli studi in età avanzata, persone che sono state licenziate ma hanno trovato la forza di riqualificarsi, persone che hanno fatto il salto nella libera professione, persone che non sognano di lavorare sempre al caldo ma lo hanno fatto, persone che hanno osato, hanno avuto successo e sono in grado di essere per noi forza ispiratrice. Persone che sono “migghiu” di noi e che sono Gute Leute.
Se ci guardiamo intorno, offline ma anche online, ci sono tantissime persone che stanno affrontando la nostra stessa necessità o volontà di cambiamento, aggreghiamoci, creiamo community, facciamolo insieme, sarà più semplice. Se dovessi prendere un foglio e piegarlo in due, a destra le persone che ti supportano a sperimentare, a sinistra quelle che ti limitano e ti frenano, quale parte del foglio sarebbe più piena? Perché metti quella persona proprio in quella metà? Come puoi ridurre la lista delle persone a sinistra e aumentare quella di destra? I parenti non ce li scegliamo, è vero, ma le nostre community sì. Partiamo da un foglio, una penna, un elenco delle nostre “Gute Leute” e se non ce ne viene in mente neppure una (o troppo poche), è venuto il momento di fare un riordino sociale.
Dalla nonna calabrese a quella svedese e il “döstädning sociale”. Margareta Magnusson, la nonna svedese che è diventata un caso mondiale, nel suo libro “L’arte svedese di mettere ordine” parla di döstädning, che consiste nel fare letteralmente pulizia degli oggetti accumulati nell’arco della vita prima di morire alleggerendo noi stessi e gli altri (coloro che altrimenti dovranno farlo per noi quando si troveranno a svuotare la nostra casa una volta passati a miglior vita) di cose che riempiono magari gli spazi ma non sono ne funzionali ne utili. Direi che potremmo fare un bel “döstädning sociale” di tutte le persone che sono diventate “ingombranti” per il nostro cambiamento. Ultimissima cosa: tu da che parte del foglio ti metteresti?