Continua la risalita del settore immobiliare che sta ora recuperando le posizioni perse durante la lunga parentesi recessiva. Un quadro che emerge dal 2° Osservatorio Immobiliare 2019 di Nomisma presentato a Roma nell’Headquarters di BNL Gruppo BNP Paribas, presso Palazzo Orizzonte Europa. La crescita del settore è dovuta non solo all’incremento delle compravendite – spiega il Rapporto – ma anche alla contrazione di tempi di vendita e sconti praticati. I prezzi delle abitazioni ‘usate’ sono aumentati nel primo semestre del 2019 per la prima volta dal 2007, con una crescita dello 0,2%.
Il settore immobiliare sembra mantenere intatta la vigoria dimostrata negli ultimi anni – precisa Nomisma – il rischio di un nuovo ripiegamento non può dirsi del tutto scongiurato, soprattutto se la prospettiva economica del prossimo biennio dovesse confermarsi debole come paventato. In tale quadro, il contenimento delle tensioni finanziarie – afferma l’istituto – rappresenta un elemento imprescindibile per il ripristino di un clima di fiducia idoneo a favorire investimenti nel settore immobiliare, evitando implicazioni sistemiche che avrebbero come effetto un nuovo inaridimento del canale creditizio e la conseguente penalizzazione del massiccio fabbisogno dipendente da esso.
Per l’Istituto l’inversione di tendenza dei prezzi rappresenta un elemento di potenziale irrobustimento della congiuntura favorevole che ha caratterizzato il mercato negli ultimi anni. Nello specifico, il 2018 ha visto 691mila compravendite con la componente abitativa che incide per l’84% del totale. Il maggior gruppo di acquirenti per gli immobili residenziali è rappresentata dalla fascia d’età compresa tra i 18 e 35 anni (29,4% del totale): nel 2018, su 572.732 abitazioni compravendute, è stata chiesta l’agevolazione per la prima casa per 367.209 immobili, dato che conferma il trend secondo cui in Italia ben oltre la metà delle abitazioni viene acquistata come abitazione principale.
La tendenza espansiva del mercato residenziale, in atto dal 2014, si conferma anche nei primi tre mesi del 2019 con una variazione tendenziale delle quantità scambiate pari al +8,8%, leggermente inferiore a quella registrata nel trimestre precedente (+9,3%): a trainare la crescita sono stati principalmente i comuni capoluogo del Nord-Est.Ma i due mercati più significativi, Roma e Milano, hanno incrementato i volumi di compravendita in modo rilevante (tasso superiore all’11%), mentre sono Bologna e Genova ad avere i tassi di espansione più elevati (+15,2% e +12,9%). Per quanto riguarda le altre quattro città analizzate, Torino e Palermo presentano variazioni più contenute (entrambe +2%) mentre in due casi – Firenze e Napoli – il segno è negativo (-5,2% e -1,3%).
Ci sono mercati che, tenendo conto dei tempi medi di vendita delle abitazioni, presentano tempistiche di assorbimento piuttosto dilatate, in particolare quelli di Catania, Roma e Venezia Terraferma, mentre sono Milano, Napoli e Venezia Laguna le città che mediamente hanno tempi di assorbimento meno dilatati. In media, nei primi sei mesi del 2019 per vendere e affittare un immobile residenziale sono stati necessari rispettivamente 6,2 e 2,9 mesi. Nel segmento della locazione sono Bologna e Milano a vantare i tempi più contenuti per arrivare alla definizione contrattuale (1,8 mesi).