Il sistema energetico nazionale registra un aumento della domanda di energia (+1,6% rispetto al 2017), pur rimanendo ancora inferiore ai valori precrisi. Un aumento che va interpretato alla luce delle variazioni metodologiche intervenute nella rilevazione dei consumi petroliferi, al netto delle quali si registrerebbe una sostanziale stabilità. E’ quanto rileva il Ministero dello Sviluppo Economico nella “Relazione sulla situazione energetica nazionale”, un documento che illustra in maniera sintetica l’andamento del settore energetico, aggiornato al 2018.
Le fonti rinnovabili soddisfano per oltre un quinto la domanda di energia e si confermano come risorsa strategica, anche in termini economici ed occupazionali, per lo sviluppo sostenibile del Paese – spiega il MiSE – aumenta la domanda per gli usi civili, che rimangono il primo settore di consumo finale, seguito dai trasporti. Rimane debole la domanda dell’industria.
L’efficienza energetica, frutto di molti strumenti di sostegno e promozione adottati (dalle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, al nuovo Conto Termico, ai Titoli di efficienza energetica) ha determinato rilevanti risparmi di energia stimati, nel periodo 2014-2018, in circa 11,8 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio – si legge nella relazione – tuttavia, nel corso dell’ultimo anno, il livello di efficienza energetica, pur soddisfacente, è rimasto stabile: l’intensità energetica del PIL risulta infatti in lieve aumento, pur rimanendo tra i valori più bassi dei Paesi OCSE.
Il MiSE precisa che la bozza di Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), presentata a dicembre 2018, pone la promozione dell’efficienza energetica tra i principali obiettivi da perseguire. Il PNIEC prevede una riduzione dei consumi di energia finale a circa 9,3 Mtep/anno rispetto allo scenario di riferimento al 2030, da conseguire prevalentemente nei settori non ETS. Si individua nel settore civile il principale attore degli interventi di efficientamento, con una riduzione dei consumi di energia di circa 5,7 Mtep, seguito dal settore dei trasporti con 2,6 Mtep.
L’accresciuto ruolo delle FER e la dinamica di progressiva riduzione dell’intensità energetica, nonostante il lieve peggioramento del 2018, contribuiscono a diminuire la dipendenza del nostro Paese da fonti di approvvigionamento estere – conclude il MiSE – la quota di fabbisogno energetico nazionale soddisfatta dalle importazioni, pur rimanendo elevata (pari al 74%), è risultata in diminuzione e ormai al di sotto dei valori storici.