Cinquemila meccanici cercasi. In un settore che gode di ottima salute le aziende faticano a trovare giovane personale da assumere. A dirlo è Franco Fenoglio, presidente ItalScania e UNRAE (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri). Si tratta di una questione culturale: i genitori vogliono avere dei figli laureati, “vogliono vederli dottori, avvocati o amministratori delegati” piuttosto che meccanici. Nei prossimi cinque anni serviranno cinquemila meccanici automobilistici in Italia, ma le aziende non riescono a trovarli”, ha affermato Fenoglio.
Il settore gode di ottima salute, con 83.231 imprese attive in Italia nell’autoriparazione, che diventano 117.575 se si considera l’intero comparto della rete di assistenza, in aumento dello 0,3% dallo scorso anno, con trend costante. “Nella nostra società si pensa spesso al meccanico, come a un lavoro sporco o poco nobile – spiega Fenoglio – sono gli stessi genitori dei ragazzi che vogliono vederli dottori, avvocati o amministratori delegati, ritenendo meno dignitoso il nostro mestiere”.
“Eppure queste persone non si rendono conto che ormai si lavora in Officine 4.0 – aggiunge Fenoglio – con degli strumenti elettronici e dei sistemi di diagnostica tecnologicamente avanzatissimi. Non cerchiamo semplice manovalanza, ma giovani operai scolarizzati e specializzati, ragazzi e ragazze che sappiano in futuro interagire con i più sofisticati sistemi dei veicoli, visto che ora si pensa anche alla guida autonoma”.
Secondo la società di revisione e consulenza PwC, entro il 2025 ci saranno nel mondo oltre 470 milioni di veicoli connessi sulle strade. Di conseguenza, il mercato dei software e dei servizi dati vivrà il suo boom, ma i meccanici per riparare questi scarseggiano. Eppure la connettività apre opportunità incredibili, anche sul lavoro in officina, sempre più digitalizzato e con tute e mani “pulite” rispetto alla considerazione tradizionale che ne abbiamo. I meccanici del futuro saranno sempre più simili a camici bianchi.
Un colosso come Bosch e la sua divisione Automotive Aftermarket, ha sviluppato il software di officina Bosch Connected Repair per facilitare la transizione dellʼindustria automobilistica su temi come connettività, automazione, trazione elettrica. Tutte le fasi di riparazione passano su sistemi di diagnostica avanzati e condivisi, viaggiando tra pc e smartphone a livello globale, con grande beneficio anche nel problem solving dellʼautoriparazione.