Le tecnologie trasformano (anche) il mondo del lavoro. Vero, verissimo. E vi sono fior di studi che lo confermano, entrando nel merito di quelle che saranno le professioni di domani e quelle che diventeranno fondamentali “cancellando” alcune delle attuali. Una recente ricerca di Cognizant, colosso americano della consulenza, scatta per l’appunto una fotografia molto dettagliata sulle tendenze legate all’affermarsi dell’intelligenza artificiale e della robotica, dell’automazione e dell’Internet of Things, delineando 21 nuovi professioni che emergeranno nei prossimi dieci anni. Eccone alcune.
L’importanza dei dati. Analizzare i dati di un’azienda, producendo risposte significative e consigli basati sull’analisi delle informazioni raccolte: è il compito del “Data Detective”, una professione simile e complementare a quella dal data scientist, dalla quale si distingue proprio per le peculiarità di investigazione e ricerca. La responsabilità del “Data Trash Engineer”, invece, è quella di analizzare i dati spazzatura prodotti dalle aziende e dai consumatori per trovare “insight” su politiche commerciali, prodotti e possibili strategie evolutive. Sui dati, con la missione di proteggerli, ci lavorerà anche il “Cyber City Analyst”, una figura dalle ampie competenze deputata a garantire la sicurezza e la funzionalità in chiave digitale delle città. Sul fronte della security troveranno quindi occupazione anche il “Cyber Calamity Forecaster”, chiamato a prevedere quali servizi digitali potrebbero essere colpiti dagli hacker a distanza di pochi giorni, e il “Machine Risk Officer”, figura di estrazione informatica che andrà a gestire le circostanze nelle quali l’AI potrà creare problemi imprevisti o già conosciuti dalle aziende.
Etica e new business. Fra le professioni identificate dagli esperti Cognizant, alcune sono decisamente curiose. Il “Walker/Talker”, per esempio, si occuperà di soddisfare le esigenze di compagnia e di conversazione delle persone sfruttando apposite piattaforme di connessione mentre l’AI-Assisted Healthcare Technician farà leva su strumenti digitali basati su intelligenza artificiale per poter assistere pazienti in remoto. Al “Virtual Identity Defender” si chiederà invece di creare una realtà positiva per l’azienda attraverso i social, i media tradizionali e altre forme di comunicazione e persuasione. Più concreta è sicuramente la figura dell’Artificial Intelligence Business Developmente Manager, che dovrà occuparsi di sviluppare nuove opportunità di business legate a prototipi basati sull’AI in sinergia con l’area marketing. Fare in modo che l’azienda realizzi i propri obiettivi etici, perseguendo responsabilità sociale e sostenibilità in relazione alle forniture di energia, componenti, macchinari e materie prime sarà invece la priorità nell’agenda degli “Ethical Sourcin Officer”.
Dalle fabbriche ai negozi virtuali. Una nuova professione legata al tema di Industry 4.0, sarà il “Man-Machine Teaming Manager”, che dovrà occuparsi della miglior combinazione lavorativa fra uomo e robot, identificando la migliore combinazione possibile fra competenze umane e intelligenze artificiali. Se in ambito finanziario, in veste di consulente, troverà spazio il “Financial Wellness Coach”, i “Virtual Store Sherpa” opereranno da personal shopper per tutti coloro che vorranno avere supporto per concludere i propri acquisti nei marketplace digitali come Amazon. Progettare e pianificare le esperienze di realtà virtuali alla stregua di un responsabile dei palinsesti della Tv tradizionale (che secondo Cognizant è destinata a scomparire del tutto) sarà il compito del “Virtual Reality Arcade Manager”, mentre al “Chief Purpose Planner” si chiederà di evolvere le strategie per l’engagement dei clienti, analizzandone lo stato d’animo e stimolandone le interazioni empatiche attraverso social network e marketing esperienziale.