“Emerge con sempre maggiore chiarezza l’impatto economico del salario minimo orario di 9 euro lordi per ora.” E’ quanto dichiara Confcommercio in una nota, dalla quale si apprende che si tratti di un valore pari a circa l’80 per cento del salario medio a fronte di valori oscillanti, nei paesi Ocse, tra il 40 e il 60 per cento.
Un valore, inoltre, che determinerebbe costi diretti a carico delle imprese superiori ai 6 miliardi di euro e costi complessivi che, per l’effetto domino sui diversi livelli di inquadramento, potrebbero addirittura triplicare. Il tutto con una maggiore incidenza sulle piccole imprese e sull’area territoriale del Mezzogiorno”: così Confcommercio a commento del ciclo di audizioni in corso di svolgimento presso la Commissione Lavoro del Senato.
“I numeri confermano, insomma, che il salario minimo di legge sarebbe una scorciatoia pericolosa rispetto alla via maestra dell’impulso alla crescita ed alla produttività, della riduzione del cuneo fiscale, del contrasto del dumping contrattuale e della valorizzazione della contrattazione collettiva tra le parti sociali maggiormente rappresentative. Un’esperienza storica – quest’ultima – che, nel nostro Paese, ha efficacemente agito sulla disciplina del rapporto di lavoro – conclude la Confederazione – e del suo trattamento economico complessivo fino a ricomprendere le prestazioni previdenziali e sanitarie del welfare contrattuale.”