Tutti abbiamo un punto cieco, ossia un punto nel campo visivo di ciascun occhio che non vediamo. Una ricerca recente condotto dalla Dale Carnegie Training suggerisce che anche i leader hanno dei punti ciechi. Dallo studio condotto su oltre 3.300 intervistati in 14 paesi, è stato rilevato che: solo il 17% dei dipendenti si sente soddisfatto del proprio lavoro; il 16% sta cercando una nuova occupazione e più di un quarto degli intervistati cercherà un nuovo lavoro entro il prossimo anno.
Ma quali sono gli errori che manager e leader commettono ogni giorno nelle proprie aziende e che possono portare al fallimento? Il primo errore risiede nel mancato apprezzamento. Dalla ricerca si apprende che: “Molto spesso il punto critico in cui cade la gran parte dei leader è la bassa frequenza con cui fanno un elogio o la mancanza di sincerità. Più di tre quarti(76%) degli intervistati a livello globale ha affermato che un leader prodigo di elogi ed apprezzamenti onesti e sinceri li ispira maggiormente rispetto a chi è focalizzato solo sul portare a termine un’attività.”
Non riconoscere i propri errori è il secondo punto critico. “Mentre l’81%degli intervistati ha dichiarato che il riconoscere gli errori da parte del capo era fondamentale per alimentare la loro motivazione a dare il meglio – dice Dale CarnegieTraining – solo il 41%ha detto che il proprio managerlo avrebbe fattorealmente, con un gap quindi del 40%.”
Altro errore è l’assenza di ascolto. “Solo il 49%degli intervistati ha affermato di sentirsi ascoltato con attenzione quando parla con il proprio capo – si legge nello studio – l’ascolto attivo è fondamentale ed è costituito almeno in parte dal mostrare rispetto per ciò che l’altro ha da dire. Non è un caso che “essere ascoltati con attenzione” e “vedere rispettata la propria opinione” siano due delle tre principali caratteristiche di leadership segnalate come fortemente motivanti dai partecipanti della ricerca.”
Essere incoerenti. Nessuno ama pensare a se stesso come a un disonesto. Eppure quasi 2dipendenti su 10(17%) affermano che il proprio manager non è mai o è raramente onesto e affidabile nei confronti degli altri. Come emerge dallo studio: “Mentre la veridicità di questa affermazione può essere discutibile, sono però le percezioni che i lavoratori hanno dei propri manager quelle che quest’ultimi devono imparare a fronteggiare per essere dei veri leader. Sulla stessa scia, il 16%del campione sostiene che il manager non è mai affidabile o lo è raramente, il che significa che questi collaborato rivedono il loro leader comportarsi in modo incoerente verso i propri principi e i propri valori.”
La fiducia, quindi, costituisce il fondamento di qualsiasi relazione interpersonale. Essa si basa su qualcosa di più del dire semplicemente la verità quando richiesta ei leader che sono coscienti di questo sono sulla strada giusta verso la creazione di una cultura che incoraggi i collaboratori..