Nonostante l’e-commerce, dopo un anno ancora difficile sul fronte dei consumi interni (-1,7%), ad inizio 2019 gli italiani sembrano voler confermare la fiducia ai negozi di prossimità e addirittura s’intravede un aumento delle spese effettuate dagli stranieri extracomunitari nei fashion store del nostro Paese, soprattutto al Nord. Questo lo scenario dei primi mesi del 2019 emerso nel nuovo Fashion & High Street Report di Federazione Moda Italia con World Capital, in collaborazione con Osservatorio Acquisti Nexi, Global Blue e CCIAA di Milano che include, in questa edizione, un focus interamente dedicato alla città di Palermo.
Come si apprende da una nota di Confcommercio, “per il presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi, il 2018 si è chiuso ancora una volta in calo e i dati delle vendite nel fashion retail italiano di questo inizio d’anno sono ancora altalenanti. Rimane troppa incertezza e sappiamo bene che se manca la fiducia nel futuro e soprattutto le disponibilità economiche, anche i consumi rimangono al palo. A queste si aggiunge un clima meteorologico che ci ha fatto saltare la stagione. Una circostanza che, si ripete sempre più spesso in questi ultimi anni provocando ingenti danni economici e marginalità sempre più risicate al punto che, lavorando su collezioni stagionali, chiediamo che il settore venga assimilato a quello dell’agricoltura e di poter invocare lo stato di calamità del dettaglio moda.”
“Con i saldi estivi alle porte, non c’è molto tempo per recuperare anche se è ancora presto per tirare le conclusioni sul 2019. Occorre però evitare l’incremento dell’Iva che comporterebbe un ulteriore crollo dei consumi e dare una bella sforbiciata, con un’auspicata riforma fiscale, alle tasse di famiglie e imprese per rilanciare i consumi interni. Le nostre aziende chiedono inoltre di lavorare almeno a parità di condizioni con quelle che si arricchiscono sul web senza versare un equo contributo al Paese – conclude la nota – a fronte, poi, di un mercato in rapida evoluzione, di mutate abitudini d’acquisto dei consumatori e di nuovi canali di vendita che riducono sempre più la marginalità dei nostri negozi di Moda, è in corso un monitoraggio delle rinnovate esigenze del dettaglio moda per riproporre le istanze delle nostre aziende alle istituzioni”.