Pur essendo primi nel Global Gender Gap Report da nove anni – classifica redatta dal World Economic Forum che valuta la parità di genere includendo indicatori come opportunità economiche, accesso alle cure e partecipazione politica – l’Islanda ha deciso di introdurre multe fino a 450 euro in caso di violazione della parità di retribuzione. È da gennaio 2018 infatti che questa norma, approvata nel 2017 con un consenso diffuso tra maggioranza e opposizione, garantisce parità di opportunità assoluta tra generi. Le aziende con più di 25 dipendenti hanno tempo fino al 2020 per mettersi in regola, mentre per quelle più piccole è stato fissato un intervallo di tolleranza di 5 anni.
I controlli che garantiscono l’ottemperanza della norma saranno affidati alla Lögreglan, polizia caratterizzata da una forte presenza femminile, e dalle autorità tributarie mentre sul piano legislativo l’applicazione della norma è affidata alla nuova maggioranza parlamentare di larghe intese guidata da Katrin Jakobsdóttir, giovane leader dei Verdi.
Parità. Stato che viene definito a piena occupazione, l’Islanda è da sempre pioniere nel garantire la parità di trattamento a prescindere dal genere. Si ricordano infatti l’introduzione dell’ ”act of equality and equal rights” nel 2000, il vincolo del 40% di quote rosa all’interno del personale per le aziende ed enti pubblici, il congedo parentale retribuito di nove mesi nel 2006 e il divieto di denigrazione della donna attraverso spettacoli o azioni che vengono reputate come lesive della sua dignità (strip-tease, prostituzione) per i quali vengono puniti clienti, datori di lavoro e sfruttatori; vengono quindi tutelate le donne, considerate vittime, secondo la normativa vigente.
Scritto da Tommaso Stanizzi