In commissione alla Camera si sta discutendo il decreto crescita, la cui approvazione dovrebbe avvenire entro un mese. Ancora una volta si fanno politiche che riguardano imprese e professionisti ordinisti, lasciando fuori i professionisti associativi, una realtà che rappresenta quattro milioni di italiani. Così il CoLap, Coordinamento Libere Associazioni Professionali, in una nota
“Questo è un modo vecchio e miope di affrontare le problematiche del paese” è il commento della presidente del CoLAP Emiliana Alessadnrucci“. “In particolare sul versante delle riserve professionali, argomento trattato dal decreto, il rischio è quello di far tornare indietro di vent’anni il mondo professionale italiano; il tutto senza coinvolgere la realtà delle professioni associative”.
Uno degli aspetti che destano maggiore preoccupazione è proprio quello delle riserve. Nel decreto dovrebbe essere inserita la possibilità per commercialisti e avvocati di gestire le cessioni o gli affitti d’azienda. Da settimane gli ordini professionali coinvolti si stanno dando battaglia sull’argomento, continuando ad agire in un’ottica di restaurazione di attività riservate.
Il CoLap da sempre sostiene l’importanza di definire un mercato libero, che sia guidato dalle competenze piuttosto che da riserve di legge. “In questo modo vengono esclusi da un progetto di crescita del paese quattro milioni di professionisti”, continua la presidente Alessandrucci. “Le politiche sono arcaiche e non hanno impatti innovativi, nonostante noi come CoLap abbiamo presentato una serie di emendamenti, molti a costo zero, che avrebbero garantito una discontinuità rispetto al passato e una vera semplificazione”. La speranza è che durante il passaggio in Senato ci sia la possibilità di attuare dei correttivi, coinvolgendo nelle misure per il rilancio della crescita del Paese tutti i professionisti.