Milano – Avviato nel 2008 in maniera sperimentale, nel 2017 il programma viene affidato ad un gruppo di lavoro, l’Osservatorio sullo Smartworking, che ha sviluppato un Regolamento interno ed ha implementato S-mafely, uno strumento informatico e un algoritmo per misurare quanto lo smart working fa risparmiare in termini di denaro, tempo ed emissioni inquinanti, valutando sempre la sicurezza dei lavoratori. Stantec, leader nella consulenza e progettazione ingegneristica ed architettonica nel campo dell’ambiente, delle infrastrutture e della sostenibilità, ha presentato i risultati del suo programma di Smart Working il 22 maggio, in occasione della Settimana del Lavoro Agile, durante il workshop “Smart working per smart cities” presso la Fabbrica del Vapore di Milano.
Gli ideatori dell’algoritmo, l’ingegnere ambientale e Senior Project Manager Cecilia Razzetti e l’IT manager Antonello Cuomo di Stantec, hanno condiviso i dati relativi alla sede italiana nel periodo che va da marzo 2018 a marzo 2019 e hanno rilevato che complessivamente sull’anno, l’insieme della popolazione degli smartworker che hanno usufruito di almeno 1 giornata di smartworking è stato pari a 119 persone (su 150 dipendenti in Italia). Inoltre, complessivamente, da parte dei dipendenti sono stati risparmiati circa 19.000 euro di costi personali, circa 3.300 ore non spese guidando, quindi circa 125.000 Km non percorsi.
Nello specifico, S-mafely è basato su un algoritmo che calcola la massa di ben sette composti (NOx, CO, CO2, COV, PM2.5 e PM10) da considerare come fattori di inquinamento evitato indirettamente mediante una giornata di smartworking (sto a casa e non percorro il tratto casa-lavoro), assieme ai fattori personali di risparmio economico e di tempo. Si tratta di un sistema che prevede la profilazione di ogni utente/collaboratore che, ogni volta che farà richiesta di un giorno di smart working, attiverà la relativa misurazione dei parametri del suo profilo. La profilazione prevede anche un controllo dei parametri di sicurezza ed ergonomia del lavoratore. I fattori di calcolo delle emissioni inquinanti, in particolare, sono basati sulle tabelle ufficiali della Regione Lombardia.
Spazi e mobilità in evoluzione. “Se pensiamo alla città del futuro, possiamo ipotizzare una serie notevole di cambiamenti nell’impostazione del paesaggio urbano a seguito di una diffusione progressiva del lavoro agile e di una cultura smart-oriented: prima gli uffici, poi le infrastrutture e la mobilità, poi la comunità intera”, ha sottolineato Emiliano Patanè, architetto di Stantec, nel suo intervento.“Non esistono cambiamenti senza un cambiamento comportamentale”, ha affermato Roberto Nocerino, ingegnere ambientale, esperto di mobilità sostenibile e smart city e project manager per il Comune di Milano del progetto Sharing Cities. “La tecnologia non basterà a risolvere le sfide dei prossimi 20 anni, solo un cambio di comportamenti permetterà di realizzare la smart city.”“Come società, siamo stati precursori nell’introduzione di questo strumento in Italia e possiamo contare su numerosi anni di esperienza nel suo utilizzo”, sottolinea la dott.ssa Emanuela Sturniolo, Amministratore Delegato Stantec, in Italia.
Smart working, welfare e sicurezza. Ma cosa pensano i dipendenti Stantec che si avvalgono del lavoro agile? Le indagini dell’Osservatorio rilevano che l’80% dei dipendenti lo considerano un alleato prezioso per conciliare i tempi di vita e di lavoro e per abbattere i tempi di spostamento casa-lavoro. Oltre il 60% ritiene che aiuti a ridurre lo stress lavoro-correlato e oltre il 30% lo vede come uno strumento di prevenzione dei rischi di incidenti nel percorso casa-lavoro. Dieci anni dopo l’introduzione sperimentale del lavoro agile, in Stantec si è passati da circa 35 giornate di smart working all’anno ogni 100 dipendenti a quasi 2.000 giornate. L’obiettivo è ambizioso: arrivare a 2-3 giornate di smart working a settimana per dipendente nell’arco dei prossimi due anni.
“Il welfare aziendale è diventato ormai un’offerta standard delle migliori aziende per cui lavorare in Italia – ha dichiarato nel suo intervento Alessandro Zollo, Executive MBA presso la SDA Bocconi e CEO di Great Place to Work® Institute Italia – ed inizia ad essere una parte dell’Employee Value Proposition anche di altre aziende. I servizi che facilitano la vita lavorativa dei dipendenti sembrano ormai essere addirittura un fattore determinante nella scelta del lavoro per i millennials. Parte di questi servizi si concentra sulla flessibilità lavorativa. Spazi di lavoro comodi, familiari ed efficienti, uniti a politiche di flessibilità oraria ben studiate, aiutano le persone a lavorare meglio, diminuiscono lo stress e favoriscono l’innovazione.”
Mario Massone, fondatore del Forum UCC ha illustrato gli obiettivi del Forum, nato oltre 10 anni fa come progetto finalizzato a promuovere la diffusione dei servizi di Social Collaboration e Comunicazione Unificata nelle aziende. “Resta molto da fare per migliorare la diffusione e l’adozione di UCC nelle aziende. Intanto sarebbe opportuno che le aziende considerassero i dipendenti come clienti dei servizi, per valorizzare gli asset e promuovere gli strumenti di lavoro”, ha affermato Massone.
Il workshop si è concluso con un intervento sull’importanza della sicurezza informatica: come migliorarla nell’era del lavoro agile? L’esperto Donato De Ieso, docente in Sistemi Informatici presso Istituti Tecnici, laureato in Sicurezza Informatica all’Università degli Studi di Milano e fondatore e CEO di Dilium S.r.l., ha affrontato l’argomento sicurezza delle reti pubbliche, della Virtual Private Network e spiegato in che modo sia possibile creare password resistenti agli attacchi cybercriminali, ricordando che in fondo “la sicurezza parte da qualche semplice accorgimento alla portata di tutti”.