Roma. Le pensioni percepite nei primi tre mesi del 2019 verranno rivalutate al “ribasso”. In sostanza le pensioni erogate a gennaio-marzo 2019 e relative ai trattamenti superiori tre volte il minimo, ossia 1.522 euro al mese, sono state più generose rispetto al dovuto per la ritardata applicazione delle nuove regole di adeguamento all’inflazione. E a giugno l’Inps recupererà le somme in eccesso erogate. Il provvedimento è dovuto in base alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2019 e le pensioni interessate sono state adeguate alla mensilità di aprile 2019. E’ stato predisposta, inoltre, la riduzione corrispondentemente l’imponibile fiscale dei trattamenti, su base mensile e annua. Lo rende noto l’Inps in una comunicazione.
Pensioni d’oro. Per i trattamenti pensionistici superiori ai 100 mila euro l’anno, inoltre, sono stati confermati i tagli, così come previsto dalla legge di bilancio 2019, in proporzione agli importi erogati. Nello specifico i tagli seguiranno questo schema: dal 15% per la quota di importo da 100.000 a 130.000 euro; del 25% per la quota da 130.000 a 200.000 euro; del 30% da 200.000 a 350.000 euro; del 35% da 350.000 a 500.000 euro; fino al 40% per la quota di importo oltre i 500.000 euro.
La reazione della Cgil. “Lo avevamo denunciato da tempo e ora ne abbiamo la certezza. Dopo averli definiti avari, il governo beffa ancora 5,5 milioni di pensionati, riprendendosi i soldi che hanno avuto in più di rivalutazione nei mesi di gennaio, febbraio e marzo, per un totale di 100 milioni. Ovviamente, il tutto avverrà subito dopo le elezioni europee. Fanno come e peggio degli altri”. A dirlo è il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti commentando le disposizioni fornite dall’Inps, in merito al conguaglio sulla rivalutazione delle pensioni. “Alla faccia del cambiamento – conclude Pedretti –. Il 1° giugno i pensionati saranno in migliaia alla manifestazione indetta dai sindacati in piazza San Giovanni, a Roma, anche per denunciare questo ennesimo danno nei loro confronti”.