Più della metà degli esponenti della Generazione Z e Millennial (il 55% e il 56% rispettivamente) conferma di voler svolgere la propria attività lavorativa in uffici organizzati in forma di open space, nonostante le distrazioni ad essi associate. È una delle indicazioni che emergono da un nuovo studio di Future Workplace commissionato da Plantronics (Poly), società americana specializzata in soluzioni di unified communication. Oggetto dell’indagine, condotta su scala globale lo scorso mese di marzo su un campione di oltre 5mila intervistati, sono le domande che le quattro generazioni oggi sono impegnate in attività professionali si fanno sui propri ambienti di lavoro, su ciò che condiziona la loro produttività, su come possano operare efficacemente in ufficio e su come gestire le fonti di distrazione.
Concentrazione a rischio per un lavoratore su due. “Se si considera la varietà di stili di lavoro e di generazioni riunite in un unico luogo, non c’è da stupirsi se quasi tutti riferiscono di essere sottoposti a fonti di distrazione al lavoro”, ha osservato Amy Barzdukas, Cmo ed Executive Vice President di Poly, sottolineando come sia “altrettanto chiaro che il giusto mix di tecnologia e condizioni ambientali può migliorare la produttività, ed è esattamente questo che i dipendenti chiedono”. La quasi totalità (il 99%) dei lavoratori oggetto di indagine, infatti, riferisce di essere distratta da qualcosa mentre lavora nel proprio spazio di lavoro personale e la rumorosità dei colleghi che parlano a voce alta è considerata tra i maggiori “pericoli” della vita in ufficio. Gli effetti negativi di un open space non organizzato a dovere? Scontati o quasi: la difficoltà di ascoltare o essere ascoltati durante le telefonate e l’impatto negativo sulla capacità di concentrazione (ne soffrono la metà degli addetti intervistati).
Baby boomers in cerca di silenzio. Evidenziati i problemi di cui tutti soffrono, gli esponenti della Generazione Z e i Millennial preferiscono comunque ancora gli uffici con open space, rivendicando una predisposizione a collaborare con i colleghi maggiore rispetto alle categorie di lavoratori meno giovani. La metà dei lavoratori, nel complesso, conferma di preferire gli spazi aperti e minore è l’età e più elevata è la percentuale di coloro che lo desiderano (solo il 47% degli addetti della Generazione X e solo il 38% dei baby boomer è invece di questa idea). Il 60% dei lavoratori più “anziani”, in particolare, afferma di essere più produttivo quando opera in un ambiente silenzioso, mentre sono di opposto avviso (privilegiando gli ambienti rumorosi) il 52% dei lavoratori della Generazione Z. Un’altra dicotomia generazionale riguarda il tempo trascorso al telefono o per effettuare videochiamate: il 20% dei lavoratori nati dal 1995 in avanti, infatti, trascorre almeno la metà della propria giornata impegnato in queste attività mentre fa lo stesso solo il 7% dei baby boomer (i nati fra il 1945 e il 1964). E ancora: rispetto ai lavoratori senior, Generazione Z e Millennials sono in grado di gestire meglio le distrazioni avvalendosi di strumenti come le cuffie (vi ricorre un addetto su tre) e spostandosi in luoghi diversi dalle proprie scrivanie per lavorare (abitudine di quattro addetti sue dieci, mentre più della metà dei baby boomer lavorano solo nel proprio spazio di lavoro principale.
Tecnologie più avanzate per ridurre le distrazioni. “La Generazione Z – ha commentato in proposito Jeanne Meister, socio fondatore di Future Workplace – sta avviando al mondo del lavoro a livello globale milioni di persone che hanno stili di lavoro molto diversi rispetto alle generazioni precedenti. Oggi abbiamo quattro diverse generazioni che lavorano negli stessi spazi, il che costringe le aziende a riconsiderare le definizioni tradizionali di ciò che rende un ufficio produttivo e di come i loro dipendenti possono collaborare al meglio”. Gli Hr manager, in altre parole, sono chiamati a non sottovalutare questo tema, e lo conferma il fatto che (come emerge dallo studio) circa tre persone su quattro lavorerebbero di più in ufficio – e sarebbero più produttivi – se l’organizzazione nel suo complesso si impegnasse maggiormente per gestire meglio le “turbative” negli uffici, fornendo una chiara opportunità di collaborazione tra area It, risorse umane e servizi di gestione delle infrastrutture. Oltre la metà dei dipendenti impegnati al telefono e in videoconferenze durante il giorno afferma, nello specifico, come le occasioni di distrazione potrebbero essere ridotte al minimo adottando tecnologie più avanzate, definendo spazi o zone silenziose, impostando linee guida sui livelli di rumore appropriati e modificando la disposizione dell’ufficio. Anche per i colleghi più “fastidiosi”, insomma, si può porre rimedio.