Un fatturato di 376 milioni, per un totale di 18 milioni di presenze. Sono i numeri dell’industria dello svago, che “vende” divertimento da un capo all’altro dello stivale secondo le modalità più disparate: dai parchi a tema a quelli acquatici, dalle oasi faunistiche ai centri dell’edutainment per palati fini, ce n’è davvero per tutti i gusti. Stando ai dati SIAE, nel 2017 le biglietterie di tutta Italia hanno battuto incassi da record, comprensivi dei 2 milioni di proventi delle sponsorizzazioni e dei 120 milioni totalizzati dai punti shopping e ristoro. Ancora: l’aumento di visitatori rispetto al 2016 ha raggiunto quota 1.630.000 unità, per un incremento del 9,69%.
Cifre da capogiro, che si moltiplicano a partire dai circa 14 euro del costo medio di un ingresso, prevalentemente nei periodi estivi e nei ponti vacanzieri. Fa da apripista per la “stagione” quello di Pasqua, vero e proprio punto di partenza di una gara che – ogni anno, in tutto il Paese – vede rincorrersi idee esilaranti e trovate sensazionali, per accaparrarsi una fetta di pubblico sempre più propensa a investire in adrenalina, disimpegno e risate. Il tutto, senza contare il giro d’affari legato all’export di attrezzature specifiche e tecnologie di settore, che secondo la European Association Amusement Industry vengono per larga parte prodotte a casa nostra anche per i centri oltreconfine, per un ammontare del 90% della produzione interna.
Come ogni esordio che si rispetti, anche in questo 2019 la “Fun Industry” traccia un bilancio revisionale di quello che sarà il trend per i prossimi mesi. Ci ha pensato per lei TripAdvisor, big player mondiale delle prenotazioni online, nonché vero e proprio barometro di una “febbre da viaggio” che la dice lunga su esigenze e inclinazioni degli italiani. Secondo il portale, nella top three delle vacanze più gettonate, la medaglia di bronzo va ai parchi a tema, preceduti in graduatoria dalle categorie “tour enogastronomici e nightlife” e “sport acquatici”. Quest’ultima, a ben vedere, resta di fatto ibrida, perché numerosissimi centri divertimento sono attrezzati per il rafting, il canyoning o, più in generale, per lo spasso a bordo vasca, con dotazioni modernissime di scivoli a spirale, onde e cascate artificiali. Un piazzamento in classifica da urlo, quello dei parchi: considerando l’arco temporale medio di 5 mesi come quello di maggior affluenza di pubblico – calcolato sulla disponibilità di pause lavorative, weekend soleggiati e periodi di stop dettati dalle festività – nel 2018 hanno registrato una crescita di prenotazioni del +122%, con una distanza pressoché minima dagli sport d’acqua, +138%. Risulta minore, paradossalmente, la forbice di paragone differenziale con i tour del cibo e della movida notturna, +141%, che possono invece contare su tempistiche di fruizione ben più ampie, o comunque indipendenti dalle condizioni meteorologiche. E il trend promette di crescere.
Ma qual è la “geografia produttiva” del divertimento nazionale? Precisamente, dei 376 milioni di fatturato totale, 140 arrivano dal Nord Est, trainato da Emilia Romagna e Veneto. A seguire, il Nord Ovest con 66,5 milioni, mentre il Centro ne ha totalizzati 49, superando di oltre il doppio il Sud, con i suoi 23 milioni. Di poco inferiore il fatturato delle isole, che si è attestato intorno ai 20,5 milioni.
“Felicità redditizia”, insomma, declinata dalle diverse regioni italiane nei modi più impensati. Se in Puglia lo zoo-safari di Fasanolandia immerge letteralmente il visitatore negli habitat esotici di scimmie e giraffe, che sbucano da ogni dove senza il diaframma delle solite reti di protezione, all’Oltremare di Riccione levisiteguidatesono veri e propri tuffi tra riserve naturali e spettacoli marini. Sempre in tema di novità, la romagnola Mirabilandia – famosissima per il brivido del lancio a 80 km/h di velocità dalle sue “torri gemelle” – è sempre attenta alle tendenze del momento: come Gardaland, Signora lombarda dello spasso, ha sperimentato una versione “bikini” del parco, il fortunatissimo Mirabilandia Beach, dotato addirittura di spiagge artificiali per una tintarella da far invidia. Di più. La propensione agli investimenti del gruppo, che ha alternato diverse gestioni nel corso del tempo, ha portato a introdurre le prime montagne russe a lancio magnetico iSpeed e, più recentemente, due anni fa, la Virtual Reality sul Master Thai, il primo roller coaster a binario doppio in Italia. E di investimenti si intende Rainbow Magic Land di Valmontone, a due passi dalla capitale, che ha annunciato un programma quinquennale di ampliamento della struttura per un valore di 40 milioni di euro, e un’ascesa della curva occupazionale interna che già da quest’anno prevede 50 nuove risorse, mentre a regime dovrebbe arruolare ben 600 persone. Un parco – fa sapere il ceo Guido Zucchi – dev’essere sempre al passo coi tempi, per trasformare il cliente in un repeater. Le persone vanno invogliate a tornare.
Del resto chi di mestiere fa il mercante di sogni, non può difettare in fantasia. Va scongiurata la noia: mai le stesse cose, sorprese a ripetizione. Quali novità quindi per Rainbow? Una giungla intricatissima, una scuola-guida per i piccoli e un grande playground per bambini.
Parchi acquatici. Parentesi a sé, poi, quella dei parchi acquatici, che distillano il divertimento nella chimica molecolare dell’H2o. All’incirca una ventina, sono gettonatissimi ovunque, grazie al magico connubio tra animazione controllata per i più piccoli, e zone relax dedicate al riposo degli adulti: dal Caneva World Resort di Verona, una specie di Isola Che Non C’è ad ambientazione tropicale, alla miscela di giostre e spruzzi dello Zoomarine di Torvaianica, passando per il “divino” Odissea 2000 di Cosenza, che promette un viaggio nel tempo fra il tempio di Zeus e l’azzeccatissimo angolo-beauty di Afrodite. Realtà particolarissima, l’Italia in Miniatura, dove fra attrazioni e giostre si può fare una scorpacciata di tutte le meraviglie del Belpaese, “miniaturizzate” in 270 tra edifici storici e monumenti. Stesso dicasi per Leolandia, a Bergamo, dove la “passeggiata culturale” fra le riproduzioni dei simboli iconici del tricolore può incrociare fattorie e orti didattici, frequentati dagli eroi dei cartoons che aiutano a imparare in allegria. Ben due i centri dedicati al cinema, a testimonianza del fascino sempre verde delle icone di celluloide e delle scenografie da film: il capitolino Cinecittà World e il veronese Movieland Park, che regalano l’ebbrezza di sentirsi protagonisti delle pellicole più entusiasmanti di sempre.
Al di là delle specifiche caratteristiche, elemento comune la scelta di tematizzarsi nei termini di ambientazioni e allestimenti ben definiti, in modo da avere un “biglietto da visita” distintivo che polarizzi la preferenza di un target specifico. Altra mossa condivisa, quella dei “pacchetti vacanza”, che abbinano alla giornata di svago hotel, sconti comitiva e altre facilitazioni pre-visita, come il salta-fila per le attrazioni più “in”.
Per tutti, in ogni caso, vale il barometro del digitale, che segna l’indice di gradimento delle varie strutture e ne determina l’andamento: promozioni e recensioni su forum e piattaforme danno il polso della longevità di queste oasi. Questo perché il mercato del travel si gioca quasi tutto su internet: nel 2018, questo canale ha convogliato nell’indotto turistico complessivo 14,2 miliardi di euro, crescendo del +8% rispetto all’anno precedente. Le rilevazioni di Doxa sui fruitori di vacanze online, fotografano un 16% di italiani che scelgono i parchi a tema, e spendono mediamente 52 euro a testa. Come lo fanno? Attraverso ricerche sulla destinazione, sbirciatine ai commenti degli utenti e prenotazioni via smartphone.