Protagonista della settimana a Generazione YouTube è Elena Amatucci, 34 anni, napoletana doc, laureata in lingue e letterature straniere ma soprattutto amante della buona cucina.
Elena si avvicina alla cucina sin da piccola, quando la domenica approfittava per vedere la zia cucinare e per appassionarsi sempre più a quello che oggi è diventato il suo mondo. Nel 2007 infatti decide di aprire un blog, inizialmente solo per poter mettere sul web le ricette con foto passo passo di quello preparava ogni giorno a casa. Poi, un po’ alla volta, la sua passione è diventata parte integrante della sua giornata, offrendogli stimoli per migliorare e grandi soddisfazioni grazie anche a tutte le persone che la seguono.
Questa per Elena è una passione, un hobby e il suo lavoro. Attraverso il suo canale, l’obiettivo che si pone è quello di offrire a tutti uno stimolo ad avvicinarsi alla cucina e a rendersi conto che non esistono persone che sanno cucinare, ma solo persone che amano farlo.
Da dove hai iniziato per diventare quello che sei oggi? Ho iniziato nell’aprile 2007, aprendo il mio blog di cucina www.gnamgnam.it ; ho cominciato per hobby, con la voglia di condividere i piatti che preparavo al di fuori delle quattro mura di casa. Poi nel corso degli anni è diventato un lavoro a tempo pieno che continua a cambiare per rimanere al passo coi tempi.
Cosa ti ha spinto ad avviare un’attività su YouTube? I video sono il futuro, anzi, ormai il presente a tutti gli effetti. E per una persona timida come me, era una sfida non indifferente. Ma a me le sfide piacciono, e quindi sono sbarcata anche su YouTube.
Hai fatto altri lavori prima di affermarti come youtuber?Lavori saltuari e molto diversi tra loro, dalla bibliotecaria alla cuoca, per diventare poi una food blogger.
Quali sono i pro e i contro di questa attività?Il contro più grande credo sia il fatto che bisogna aspettare un po’ per avere dei risultati interessanti. Allo stesso tempo però, tutti hanno le stesse opportunità di emergere e farsi notare.
Vivi della tua vita di youtuber, inteso dal punto di vista economico?Non è la mia prima fonte di guadagno, diciamo che mi rimetto in pari con le spese per la produzione dei video.
Cosa ne pensano i tuoi familiari della tua scelta di intraprendere questa strada?Inizialmente erano un po’ scettici, dal momento che fino ad un paio di anni fa non utilizzavano alcun social. Ora sono i miei primi sostenitori (e assaggiatori!).
Che rapporto hai con i social? Quanto ritieni che siano importanti per la tua attività?Sono fondamentali. Inizialmente ero un po’ restia ad utilizzarli, per la mia indole non proprio social, ma ora devo ammettere che ci ho preso gusto.
Ritieni che basti la passione per questo mestiere o consideri fondamentali anche le competenze? L’intraprendenza? La passione è un buon punto di partenza, ma da sola non basta. Servono sì competenza e intraprendenza, ma anche pazienza (per apprezzare i risultati) e avere qualcosa da dire e condividere.
Quali sono i tuoi punti di riferimenti? A chi ti ispiri?In verità a nessuno, quando ho aperto Gnam Gnam il mondo dei foodblogger era ancora tutto in divenire, quindi non c’erano predecessori dai quali prendere spunto. Però ho un debole per Nigella Lawson (mi piace vincere facile, lo so).
Qual è il segreto del tuo successo? La risposta mi è stata data più volte dalle mie utenti: il fatto che ci sia realmente io a curare tutto e ad interagire con i miei followers, senza redazioni o agenzie. Spero di riuscire, anche in futuro, a curare personalmente questo aspetto del mio lavoro.
Ci sono tanti ragazzi che sognano di diventare youtuber. Che consigli gli dai?Scegliete un filo conduttore per il vostro canale, e se si tratta di un argomento inflazionato, trovate un modo originale per parlarne.
La tua vita è sempre “connessa” o stacchi dalla rete ogni tanto?Sempre, d’altronde quando fai della tua passione anche il tuo lavoro, non può essere diversamente.
Hai un piano B dal punto di vista professionale?Cerco sempre di pensare positivo e di darmi da fare, quindi pensare ad un piano B non è nei miei programmi. Sono pur sempre una napoletana scaramantica!
Qual era uno dei tuoi più grandi sogni da bambino? Diventare una pittrice, un’astronoma e una cuoca. Direi che mi sono avvicinata ad uno dei tre.
Il libro sul comodino…o sul tablet, ora? “Tutti i miei robot” di Isaan Asimov, “La scienza della pasticceria” di Dario Bressanini e “Pasta madre” di Riccardo Astolfi. Tutti rigorosamente cartacei.
Tre aggettivi per descriverti. Tenace, energica e positiva.
Quali sono le tue prospettive future?Spero di continuare a fare il lavoro che amo, e di farlo sempre meglio.