Adnkronos. Serve una protezione legale ulteriore per il made in Italy, nel design, nel settore moda e in quello agroalimentare. Questa la richiesta unanime delle aziende che sono intervenute al convegno “Italiano vero”, organizzato dal Rotary Club di Roma con l’Associazione di tutela del made in Italy ‘Italia in testa’.
Tra delocalizzazione e valorizzazione del made in Italy. Annaluce Licheri, presidente di Italia in Testa, ha evidenziato come sembrino inconciliabili le posizioni delle imprese che ricorrono alla delocalizzazione, e quelle di chi – più piccolo e maggiormente legato al territorio di appartenenza – vorrebbe un’applicazione rigida del marchio “made in Italy”, per valorizzare artigianato e know how nazionali. Sarebbe necessaria una riforma legislativa che riordini le incongruenze normative del made in Italy, e, in particolare, andrebbe normato il concetto di trasformazione sostanziale dei prodotti, e di evocazione, che oggi sono solo oggetto di interpretazione dei tribunali.
Proposta di legge a tutela dei prodotti italiani. Dalle istituzioni presenti, è arrivata l’anticipazione di una proposta di legge sui “marchi storici”: secondo il deputato Sergio Romagnoli, il prodotto non è più lo stesso quando viene volgarizzato o fabbricato fuori dai nostri confini; tutelare il made in Italy, significa tutelare i cittadini Italiani ma c’è da insistere sul tema, c’è da fare ancora molto.
Il Gruppo Granarolo ha evidenziato come le 400 tipologie di formaggi italiani (il 32% va all’estero) siano un prodotto qualificante da salvaguardare con una migliore organizzazione. Roberto Ziliani per la Slamp, azienda nata a Pomezia appena 25 anni fa e già leader nel settore dell’illuminazione, ha esposto la necessità di innovare per essere competitivi: alle aziende servono fondi, finanziamenti per tutelare la ricerca e lo sviluppo di prodotti nuovi fin dalla loro nascita come idea; la tutela del concept, consente l’immissione sul mercato di novità competitive, e come tale va salvaguardata.
Il deputato Federico Mollicone ha puntato l’indice sulla tutela da dare ai beni di lusso e sul danno da contraffazione, in crescita esponenziale in assenza di una regolamentazione specifica di internet.
La moda è salita sul palco con Bruno Piattelli (ha ricordato le difficoltà incontrate all’estero e la mancanza d’aiuto del passato da parte dello Stato) e con gli abiti da sposa di Jillian Sposa (la contrazione nel numero dei matrimoni e la concorrenza asiatica hanno piegato un settore nel passato molto attivo). Tutti gli esponenti politici in sala hanno evidenziato come l’attenzione posta alla crescita del made in Italy oggi sia trasversale, e come sia imminente un nuovo testo di legge che emendi la normativa vigente.