Ben l’86% di un campione di circa mille fra manager, professionisti e lavoratori italiani ha confermato di desiderare una nuova opportunità di carriera rispetto a quella attuale. A strizzare l’occhio a un nuovo impiego sono in modo particolare i rappresentanti della generazione Millennial, e quindi individui fra i 24 e i 38 anni, che nel 90% dei casi si sono espressi per il cambiamento. I dati emergono da una recente ricerca condotta, per conto di LinkedIn, dalla società di ricerca Mortar su 10mila lavoratori dell’area Emea (Europe Middle East e Africa), di cui un migliaio in Italia, divisi per fasce di età e di sesso. L’obiettivo? Raccogliere la percezione legata alle future prospettive di impiego, alle competenze necessarie per avere successo e alle aspettative di stipendio.
Solo uno su tre ha skill adeguate. Tanto i lavoratori italiani si dicono aperti al cambiamento, tanto la maggior parte di loro ritiene di non possedere le competenze adatte per fare il “grande salto”: solo il 37% ritiene di avere le skill appropriate mentre il 54% ammette di averne solo qualcuna e di doversi assolutamente preparare in maniera diversa per poter affrontare nuove sfide professionali. Poco più della metà dei profili oggetto di indagine è invece dell’idea che il proprio lavoro esisterà ancora tra 20 anni al cospetto di poco meno di un terzo (il 29%, con in testa i giovani della generazione Z dai 18 ai 23 anni) confidente nel fatto che la propria figura professionale rimarrà solo in parte simile nelle proprie caratteristiche a quella attuale. In linea generale emerge chiaramente come circa due addetti su tre (il 58% per la precisione) consideri le mansioni di oggi più complesse e difficili rispetto al passato e come questa percezione aumenti proporzionalmente con l’avanzare dell’età, anche in relazione alle maggiori e diversificate competenze richieste oggi in ambito professionale, soprattutto per i ruoli di responsabilità. Va da sé, di conseguenza, che l’89% dei professionisti italiani giudichi necessario acquisire nuove skill una volta terminato il percorso universitario per inserirsi al meglio nel mondo del lavoro.
Focus sul settore tech per guadagnare di più. A detta del 37% dei professionisti interpellati nella ricerca, lo stipendio adeguato per poter condurre uno stile di vita accettabile oscilla tra 30 e i 49mila euro l’anno; il 14%, dato assolutamente non trascurabile, ammette di avere bisogno di un aiuto economico da parte della famiglia. In questo contesto, il settore preferito dai lavoratori della Penisola per arrivare a guadagnare di più non è quello legale, o medico o accademico bensì quello della tecnologia, che cattura il 30% delle preferenze, seguito dalla finanza, citata nel 18% delle risposte.
Un professionista su due (circa il 55%), infine, pensa che trovare occupazione all’estero sia il miglior modo possibile per ottenere un salario maggiore e fra chi è disposto ad emigrare sono in primis le donne (nel 56% dei casi, rispetto al 53% degli uomini) a credere maggiormente nelle possibilità di carriera e di impiego offerte al di fuori dei confini nazionali.