Dopo un anno di trattative Landoor, una PMI milanese di traduzioni e interpretariato professionali con meno di 15 dipendenti raggiunge un grande obiettivo siglando, insieme a Fisascat Cisl, un accordo integrativo e dimostrando così, attraverso la propria esperienza, che anche le PMI possono ottenere risultati considerevoli e competere con le realtà aziendali più grandi. Ed è proprio a partire da questo traguardo che Adele Nardulli, fondatrice della società, vuole compiere il passo successivo, mettendo a disposizione la propria esperienza affinché questa possa fare da apripista, a livello nazionale, in tema di relazioni sindacali.
Nello specifico, l’accordo integrativo di secondo livello firmato tra la società e il sindacato sancisce ufficialmente le misure già operative in Landoor in materia di flessibilità dell’orario di lavoro, smart working e welfare, oltre alla definizione del premio di risultato. La parte economica, invece, per quanto importante, riguarda solo uno dei capitoli dell’accordo e degli impegni presi tra le parti. Nell’intesa, infatti, trovano ufficializzazione le buone prassi di welfare aziendale che rappresentano l’anima di Landoor e il cuore pulsante del suo modello di business. Nell’ottica della conciliazione vita-lavoro-famiglia, gli orari di lavoro, le ferie e i permessi sono all’insegna della flessibilità: ciascun dipendente può organizzare la propria giornata lavorativa in ufficio o in modalità “lavoro agile”, gestendo in autonomia pause e permessi. Proprio per consentire questa flessibilità, è necessario che le aziende siano dotate di un’infrastruttura tecnologica che consenta l’accesso sicuro da remoto in cloud alla rete aziendale, da qualunque luogo e con qualunque dispositivo preveda una connessione Internet veloce. L’adesione al lavoro agile (o Smart Working che dir si voglia) da parte dei dipendenti, poi, è volontaria e regolata da un accordo individuale tra lavoratore e azienda.
E sulla centralità della persona e sul suo benessere nel luogo di lavoro, Adele Nardulli ci ha sempre creduto investendo così tanto da mettere a punto un programma di welfare che ha un nome, Weldoor, e che ha ottenuto importanti riconoscimenti anche a livello istituzionale. Il programma, che spazia dai servizi salvatempo (farmacia, lavanderia, sportello artigiano, ufficio postale in azienda…) all’accesso allo spazio fitness&relax (con corsi gratuiti di pilates, yoga, superjump, postural…), è il gioiellino creato da Landoor. Qui sono anche a disposizione fisioterapisti, nutrizionisti, riflessologi plantari a prezzi convenzionati, così come vengono organizzate regolarmente giornate di informazione sanitaria gratuite a cura di medici specialisti, dal dermatologo all’angiologo fino all’oculista.
Sono proprio questi servizi, rivolti alla generalità dei dipendenti, che non concorrono alla formazione del reddito e sono interamente detraibili per l’azienda, la prova concreta che, nonostante a questi livelli il sistema territoriale risulti ancora deficitario, creare un ambiente di lavoro gradevole, stimolante e gratificante, che renda il posto di lavoro un luogo dove sia piacevole stare, rappresenta comunque un’alternativa possibilmente percorribile anche dalle piccole aziende.
La strada della trattativa individuale tra PMI e sindacato per poter siglare un accordo di secondo livello sul welfare aziendale integrativo, infatti, si rivela ormai accordo indispensabile cui le PMI possano aderire automaticamente senza contrattazione di secondo livello.
“Per questo – osserva Nardulli – la prassi inaugurata in Landoor può e deve diventare un esempio per l’intero tessuto produttivo nazionale, fatto di piccole e piccolissime realtà nelle quali il sindacato fatica ad entrare e non è ben visto. La nostra esperienza, inoltre, al di là del buon esempio, dimostra che le fatiche e i tempi che questa trattativa col sindacato ha comportato potrebbero essere risparmiati in futuro ad altre PMI se fosse siglato un accordo territoriale cui aderire automaticamente.”
Tornando all’accordo sottoscritto da Landoor e Fisascat Cisl, questo ha validità triennale ed è il risultato di mesi di serrato e non sempre facile confronto. Le parti si sono messe fianco a fianco per analizzare fattori economici e finanziari, condizioni di mercato e sostenibilità per l’azienda di una negoziazione economica del Premio di risultato. Il tutto alla luce delle novità introdotte dalle leggi di Stabilità 2016 (legge n°208/2015) e 2017 (legge n° 232/2016), che incentivano la conversione del bonus di produzione in beni e servizi erogati dall’azienda mediante convenzioni, voucher, rimborsi. Tale accordo prevede comunque che la scelta di convertire il premio pecuniario in beni e servizi sia a discrezione di ciascun dipendente.