Sfatiamo subito l’idea romantica dello scrittore seduto a lume di candela nella sua stanzina buia. Oggi, chi vuole scrivere deve imparare un metodo, deve imparare la disciplina e soprattutto deve imparare cosa significa la parola fatica: “Nessuno scrive così, di getto – mi spiega Gianluca Pallaro, direttore didattico della scuola Holden di Torino -. Quando si è alle prese con un libro, si ha un continuo confronto con il proprio editor: un rapporto che è fatto di correzioni, cambi, stravolgimenti. Bisogna sapersi mettere in gioco ed essere disposti ad accettare delle critiche. Insomma talento e creatività sono importanti, ma le regole lo sono ancora di più”.
Imparare a scrivere – La scuola Holden da vent’anni insegna a tantissimi ragazzi a raffinare il proprio talento, attraverso corsi di storytelling: “I nostri studenti imparano a raccontare una storia, indipendentemente dagli strumenti usati, per ottenere il risultato di convincere, intrattenere o istruire un pubblico. Una volta usciti dalla scuola – continua Gianluca Pallaro – sono pronti a delineare la campagna elettorale di Obama, a scrivere Cent’anni di solitudine, o ancora la prima pagina di un giornale, uno spot pubblicitario e una sceneggiatura per il teatro. Insomma, insegniamo diversi tipi di scrittura, perché tutto è narrazione”.
Tra i banchi della scuola Holden ci sono ragazzi dai venti ai trent’anni, molti si siedono qui con l’aspirazione di scrivere un romanzo, un best seller o addirittura il caso editoriale dell’anno, ma poi, durante i due anni di corso, comprendono che ci sono molte altre opportunità nel mercato del lavoro per chi sa maneggiare la scrittura: “Non è una scuola in cui parcheggiare un po’, studiando cose belle – dice Gianluca Pallaro -. Se non c’è un’apprezzabile saldatura col mondo del lavoro, fallisce il suo scopo. Oggi è molto difficile che uno scrittore riesca a svolgere solo questa professione: sempre più spesso, invece, si è scrittori facendo anche contemporaneamente altri lavori”.
Crisi e opportunità on-line – La crisi economica procede in modo trasversale, colpendo anche il settore dell’editoria. In Italia, poi, la situazione è ancora più grave che nel resto dell’Europa, perché qui si legge molto meno. Accanto a queste considerazioni però è importante notare che in questo momento ci sono molti campi legati alla cultura e alle nuove tecnologie, dove possono trovare spazio molti giovani scrittori: “Chi sa raccontare storie per i social network? – si domanda Gianluca Pallaro – E’ importante che i nostri studenti sappiano narrare il reale, scrivendo un tweet dietro l’altro”. Negli Stati Uniti sta sempre più prendendo piega il mestiere di social media curator: molte redazioni giornalistiche importanti assumono persone in grado di controllare il flusso di notizie che scorrono sul web e, nello stesso tempo, in grado di riproporre informazione sottoforma, per esempio, di un post su un blog o uno status su una pagina di Facebook.
Internet, poi, che le nuove versione digitali di libri e con i portali di vendita on-line rendono il campo dell’editoria più florido e più dinamico. “E’ molto difficile commentare i casi dell’anno, il boom di alcune opere nate magari sul web e scartate in precedenza dalle case editrici – ammette Gianluca Pallaro -. La scrittura non è una scienza esatta e i casi letterali non sono programmabili. Certo, chi vuole provare ad avere un primo confronto con il pubblico può sicuramente provare a ‘uplodare’ la propria opera sul web: spesso però il mondo digitale è una giungla molto caotica”.
Ghostwriter, scrittore nascosto – Altra opportunità è quella di diventare ghoswriter, ovvero biografo di personaggi famosi: “E’ un genere che è sempre esistito, ma che è stato sdoganato negli ultimi anni anche nel mercato più pop – conclude Pallaro -. Per lo scrittore non è solo un modo per arrotondare, ma un vero e proprio lavoro”.
Scuola Holden – Il prossimo ottobre la scuola Holden si trasferirà in una nuova struttura che sarà in grado di accogliere tantissimi nuovi storyteller nei suoi oltre 4mila metri quadrati dell’ex Caserma Cavalli, ristrutturata anche grazie al recente investimento del Gruppo Feltrinelli. L’obiettivo sarà sempre formare dei narratori che si possano muovere trasversalmente tra le varie discipline: scrivere libri, film making, acting, seriality, interactive narrative e real world storytelling. Per frequentare il Biennio alla Scuola Holden è necessario superare una selezione, ma non servono diplomi, lauree o master. L’esame, che si tiene in giugno, porta a una graduatoria. Per dieci allievi sono previste altrettante borse di studio. Due sono le linee didattiche fondamentali e parallele, in cui teoria e pratica si avvicendano: Racconto&Romanzo e Narrazione Cinematografica. Arricchiscono il percorso corsi brevi, incontri, gite e approfondimenti.
Vai al sito della scuola: www.holdenreborn.it