Basta parlare di “conciliazione vita lavoro”: per la prima volta in Italia e nel mondo, è stata avviato un progetto di ricerca dal Ca’ Foscari Competency Centre dell’Università Ca’ Foscari Venezia e la società italiana Life Based Value che misurerà il miglioramento delle competenze emotive e sociali prodotto dalla pratica consapevole e sinergica dei ruoli genitoriale e lavorativo di madri e padri di bambini tra gli zero e i tre anni.
“Attraverso il progetto svolto in partnership con Life Based Value”, sostiene il vice-direttore del Ca’ Foscari Competency Centre, Prof.ssa Sara Bonesso, “sarà possibile esplorare le modalità attraverso le quali le competenze emotive e sociali possono essere sviluppate al di fuori dei percorsi formali di apprendimento e valorizzare in questo modo l’esperienza genitoriale come modalità di allenamento delle soft skills”.
Il Prof. Fabrizio Gerli, direttore del Ca’ Foscari Competency Centre, dichiara inoltre che “il Ca’ Foscari Competency Centre, oltre a proporre nei propri percorsi formativi metodologie didattiche avanzate a forte contenuto esperienziale, ha avviato innovativi progetti di ricerca che dimostrano come le competenze trasversali nei più diversi ambiti rappresentino un fattore essenziale per promuove la performance individuale, l’innovazione, l’intento imprenditoriale, il successo nella carriera”.
La rilevazione delle competenze emotive e sociali dei genitori avverrà attraverso l’uso dell’Emotional and Social Competency Inventory (ESCI), un tool online sviluppato da Daniel Goleman e Richard Boyatzis, pionieri dell’intelligenza emotiva, e dai ricercatori del McClelland Institute della HayGroup di Boston, società di consulenza nota a livello internazionale per la valorizzazione delle risorse umane e lo sviluppo delle organizzazioni. L’ESCI, già usato con migliaia di manager e professionisti nel mondo, produrrà un assessment a 360° delle competenze emotive e sociali delle madri e dei padri coinvolti nel progetto, prima e dopo l’esperienza MAAM.
“Progetti come MAAM, che aiutano i genitori a sviluppare l’intelligenza emotiva, migliorano le possibilità che la sviluppino anche i figli. In particolare, questo sforzo può aiutarci ad elevare lo standard di comprensione e innovazione nella nostra società nel suo complesso”, ha commentato il Prof. Richard Boyatzis, considerato uno dei massimi esperti globali di intelligenza emotiva e nominato nel 2012 dall’HR Magazine tra i “top 10 influential international thinkers in human resources management”.
“L’intelligenza emotiva resta saldamente in testa nella classifica delle risorse ritenute essenziali per avere successo nel mondo del lavoro”, dichiara Riccarda Zezza, CEO di Life Based Value. “Per questo l’esperienza parentale può diventare un punto di forza e di arricchimento (anche) professionale. Chi si trova a gestire bambini piccoli, infatti, sviluppa durante il percorso della maternità e paternità una serie di competenze trasversali, come ascolto e problem solving, che possono essere riconosciute e valorizzate nella propria carriera. L’automisurazione dei partecipanti del programma MAAM lo conferma, con un miglioramento delle competenze coinvolte che va dal 5 al 35%, e questo progetto di ricerca consentirà di avere dei dati oggettivi e comparabili a livello mondiale con altri programmi di sviluppo dell’Intelligenza Emotiva”.
La ricerca coinvolgerà le aziende clienti del programma MAAM che aderiranno al progetto, come hanno già fatto Unipol e Danone: MAAM è un programma digitale, basato su un metodo proprietario, che consente alle aziende di trasformare la maternità e la paternità dei propri collaboratori in un master in competenze chiave – le soft skill – come l’ascolto, l’empatia, la gestione dei collaboratori, il problem solving, la creatività.