Organizzare una stagione teatrale non è semplice. Devi scegliere i titoli, contattare i migliori artisti su piazza, decidere gli allestimenti e stabilire il calendario delle recite e delle prove. Ma non solo: devi stimare costi e ricavi, rientrare nel budget e poi, pensare a possibili collaborazioni con teatri internazionali e a ipotetiche tournée.
Inutile dire poi che finché le luci del teatro sono accese, si lavora: “Anzi, quando finisco la mia giornata d’ufficio, è proprio il momento in cui inizia a vivere la musica sul palco e anche lì io deve essere presente”. A raccontarmi la sua professione è Florence Plouchart-Cohn, 35 anni, di Parigi ma trapiantata dal 2004 a Torino.
Da oltre un anno è assistente del sovrintendente e del direttore musicale del Teatro Regio. Prima di allora ha lavorato nella direzione artistica della Scala e ha frequentato il Master in management per lo spettacolo (MASP) dell’Accademia Teatro alla Scala, realizzato in collaborazione con la SDA Bocconi e il Piccolo Teatro di Milano.
La scuola – “Quando mi sono iscritta al master – mi spiega Florence – lavoravo già da anni per l’ambasciata francese in Italia, un lavoro che mi piaceva molto. Mi spiaceva però non poter coltivare la mia passione per la musica: amo suonare il piano e ho sempre pensato che avrei potuto lavorare in questo mondo. Purtroppo però quando facevo dei colloqui nelle istituzioni musicali che mi interessavano, mi dicevano che mi mancavano esperienze lavorative nel settore e una preparazione specifica”.
Il corso dell’Accademia Teatro alla Scala prepara professionisti in grado di integrare conoscenze culturali e artistiche a competenze economiche e organizzative, fondamentali per la gestione di enti e iniziative di spettacolo.
Il progetto didattico-formativo è distribuito nell’arco di 14 mesi e si articola in attività d’aula, con parte delle lezioni in lingua inglese, casi di studio, esercitazioni, simulazioni, e un’intensa attività di stage individuale presso istituzioni e aziende di prestigio, in Italia e all’estero. Fra queste, oltre al Teatro alla Scala, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro San Carlo di Napoli, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’English National Opera, la Royal Opera House e lo Shakespeare’s Globe Theatre di Londra, The Film Society di New York, il Teatro Real di Madrid e l’Opéra national de Paris.
Tanti pezzetti dello stesso puzzle – “Non ci s’immagina mai quante e quali figure ci siano nel mondo del teatro oltre ai musicisti e agli artisti che si vedono su un palcoscenico – racconta Florence -. Sono tanti i percorsi per lavorare nel management dello spettacolo, però è importante affiancare a un master simile anche un solido background in altri campi”. Dei quaranta allievi che ogni anno s’iscrivono al corso molti sognano di lavorare nel settore lirico, altri nel teatro di prosa, in settori che spaziano dalla direzione artistica o la produzione alla comunicazione, al marketing o all’amministrazione: “La professione che svolgerai finito il master è strettamente legata alle tue personali competenze. Un mio collega per esempio ora è responsabile dell’orchestra di un teatro lirico. Lui, però, è anche un musicista e aveva già lavorato con altre orchestre. E’ come se il master fosse un importante ingranaggio che aggiungi alle tue personali competenze: grazie a quella ‘rotellina’ inizia a girare tutto il sistema. Così, io mi sono ritrovata al Regio a svolgere il lavoro che sognavo di fare”.
Florence ha una laurea in economia e una in italianistica, parla quattro lingue perfettamente e, dopo oltre un’ora d’intervista faccio fatica a credere che non sia madrelingua italiana. “Subito dopo il master ho aiutato una piccola compagnia teatrale di Milano, gli Alma Rosé, a partecipare a un bando per un finanziamento. Loro ci avevano già provato, senza riuscirci: avevano bisogno di un progetto di struttura organizzativa chiaro e argomentato e di un piano economico-finanziario con una valutazione quantitativa delle entrate e delle uscite, insomma tutte competenze che ho appreso durante il corso e che si sono rivelate fondamentali per vincere”.
Il mercato – È un settore con pochi posti di lavoro e che per questo richiede una formazione specifica e ben consolidata: “Oggi più che mai c’è bisogno di persone già preparate e subito pronte per iniziare a lavorare nel mondo dei teatri. Gli addetti ai lavori cercano personale efficiente”.
Florence si è occupata anche del lancio e dell’ideazione di una piattaforma web legata a un festival musicale come MITO SettembreMusica e anche, come project manager, di due progetti dell’Accademia Teatro alla Scala finanziati dal Fondo Sociale Europeo per creare in Romania un sistema di formazione ai mestieri dello spettacolo (sia artistici che tecnici e manageriali): “Sono tutti lavori molto diversi tra di loro. In ognuno ho imparato qualcosa di nuovo. Sogno di lavorare anche in teatri esteri, magari a New York o nella mia città natale, ma in realtà mi basterebbe restare nel mondo del teatro: lo preferisco ai festival, perché amo la macchina che si mette in moto lungo tutta una stagione. Mi piace seguire tutte le produzioni, stabilire un rapporto con i musicisti, organizzare progetti speciali come le registrazioni di CD o le tournée e poi partecipare alle trasferte”. Francia, Germania, Austria e anche Giappone: l’agenda del 2013 di Florence è piena di impegni.
“Per fare questo mestiere – conclude – l’importante è ricordarsi sempre qual è l’obiettivo: la riuscita dello spettacolo. Il ruolo del manager è creare le condizioni ottimali perché possa avvenire. Con passione e quel pizzico di adrenalina che si rinnova ogni sera”.
Per saperne di più – www.accademialascala.it