Federnotai, il sindacato dei notai italiani, divulga i dati sulla pratica notarile in Italia: da Nord a Sud dello stivale la riduzione è omogenea. Non solo Roma, Milano e Torino, ma anche Napoli subisce un calo di iscritti alla pratica del 60% rispetto al 2010, a Firenze il – 57.14% e a Bari -68,75%. I dati relativi ai praticanti notai confermano come la professione abbia perso appeal. Il fattore principale è l’incertezza sui tempi: il concorso dovrebbe essere indetto ogni anno, in realtà ne passano in media due.Sono altrettanto incerti i tempi di correzione delle prove scritte e l’attesa tra la fine delle prove orali e l’approvazione della graduatoria: dal giorno dell’esame orale al giorno in cui si ottiene il sigillo passa circa un anno. Chiaramente i tempi hanno un costo. E l’attesa pesa economicamente sulle famiglie: anche i candidati più preparati mediamente hanno bisogno di più di un concorso per diventare notai. Significa investire un periodo che va dai sei agli otto anni, di media, dopo la laurea.
Da qualche anno si è aggiunto un problema spinoso: una persona può iscriversi al concorso anche molte volte, ma non può consegnare le prove scritte più di tre volte. Questo limite porta molti partecipanti che hanno a disposizione solo l’ultimo tentativo a non consegnare, ritirandosi dal concorso. Questo fenomeno si è già manifestato negli ultimi anni ed è diventato eclatante in occasione dell’ultimo concorso: oltre 4000 iscritti, solo 1500 consegnanti, per 500 posti. Si è passati da un rapporto consegnanti / ammessi agli orali di 1/10 ad un rapporto potenzialmente di 1/3. Forte rischio di poca selettività e quindi di qualità dei vincitori inferiore al dovuto.
Carmelo Di Marco, presidente di Federnotai commenta: “Lo svolgimento della pratica, il tipo di preparazione, il modo in cui il concorso è organizzato e strutturato, non sono cambiati nel corso dei decenni. I laureati invece sono cambiati, e molto. Oggi si propone ad un giovane di scegliere una strada che lo porterà a studiare, scrivere e parlare quasi solo in lingua italiana per poi accedere ad una professione che, salve rarissime eccezioni, prevede la compresenza del notaio e dei clienti e l’utilizzo della carta. I notai alimentano tutti i Pubblici Registri trasmettendo per via telematica documenti digitali: si dovrebbe rendere facile e conveniente il ricorso agli strumenti informatici anche nelle fasi di istruzione e di stipula degli atti: quel giovane ha trascorso metà della sua vita scrivendo pochissimo, quasi nulla a mano, usando almeno due lingue diverse, considerando normale che la comunicazione e le informazioni si trasmettano per immagini e non per parole, e che la compresenza sia un fatto del tutto occasionale. E’ abituato a cancellare messaggi o a comunicare su piattaforme social che li distruggono automaticamente: come può considerare che la conservazione sicura di un documento sia il presupposto per “avere titolo”, cioè per far valere un suo diritto?”
Per questo Federnotai, il Sindacato dei notai italiani, ha elaborato una serie di proposte per l’accesso alla professione. Tra cui l’abolizione del limite delle tre consegne, la reintroduzione di una preselezione (non preceduta dalla pubblicazione dei test, come invece avveniva in passato), il ripensamento della struttura e del funzionamento della Commissione esaminatrice e strumenti per rendere nuovamente appetibile la scelta della pratica notarile, un tempo compiuta dai laureati più curiosi e motivati e oggi snobbata.
Di Marco, conclude: “Occorrono certamente nuovi contenuti nel percorso di studi, l’utilizzo di lingue diverse, strumenti che permettano al notaio di esercitare la sua funzione anche se il cliente non si trova fisicamente nello stesso luogo. Ma occorre soprattutto che i ragazzi conoscano e apprezzino l’essenza della funzione: i giovani appaiono rassegnati alla precarietà dei rapporti e all’incertezza dei diritti. Scegliere una professione che, al contrario, ha la funzione essenziale di dare stabilità e sicurezza a chiunque, senza distinzione di status sociale e di appartenenza, può rappresentare una sfida appassionante e persino una occasione di riscatto, che può essere centrata salendo sul formidabile “ascensore sociale” rappresentato dal concorso pubblico notarile. Abbiamo affidato le nostre proposte al Consiglio Nazionale del Notariato augurandoci che le analizzi e le condivida per sottoporle al Ministero di Giustizia in vista di una riforma migliorativa”.
*fonte dato Sole24