Milano, 3 novembre 2016 – PageGroup ha condotto uno studio tra 12.500 lavoratori in tutta Europa per comprenderne le abitudini quotidiane in fatto di spostamenti e per analizzare l’impatto che questi hanno sul loro benessere generale.
Dallo studio emerge che i trasporti pubblici italiani sono meno cari e più veloci rispetto allo spostamento in macchina, ma stressanti, il 68% dei lavoratori italiani – contro il 38% della media europea – non ha dubbi: il tragitto casa-lavoro è logorante. Una condizione che dipende essenzialmente dal sovraffollamento dei mezzi pubblici, dalla sporcizia e dai problemi tecnici (scioperi, ritardi, guasti), che inevitabilmente condizionano l’inizio della giornata lavorativa degli italiani. Tuttavia, il 64% dei rispondenti dichiara che i trasporti pubblici sono la modalità più conveniente per raggiungere il proprio ufficio e, per il 47%, anche la più rapida.
L’Italia è anche al primo posto per stress generato dal trasporto privato. I nostri connazionali sono i più soggetti a stress da trasporto privato (49%) rispetto alla media dei colleghi europei (34%). La causa primaria di questo malessere è il traffico che blocca le nostre città soprattutto negli orari di punta. Nonostante questo, però, ben il 71% dei professionisti italiani affronta il tragitto verso l’ufficio a bordo della propria auto. I loro spostamenti casa-ufficio (45 minuti), inoltre, sono anche i più lunghi. In questo caso, però, siamo in compagnia dei colleghi francesi e belgi (anche loro 45 minuti) e dietro a quelli turchi, che impiegano fino a 48 minuti per raggiungere il posto di lavoro.
Quasi 1 italiano su 2 desidera cambiare lavoro per avvicinarsi a casa. Gli spostamenti lunghi e difficoltosi hanno un impatto sull’equilibrio tra vita personale e lavoro. L’Italia, in questo senso, chiude la classifica con il peggior work life balance a livello europeo al 5.3, rispetto a una scala in cui la media europea si attesta su un punteggio di 5.9 e Paesi come Olanda e Belgio si classificano tra i migliori in Europa rispettivamente con il 6.6 e il 6.4. Non sorprende, quindi, che il 46% dei professionisti italiani abbia affermato che cambierebbe lavoro per avvicinarsi a casa.
“La ricerca apre la riflessione su nuovi modelli di lavoro flessibile e sui paradigmi per attrarre e trattenere i talenti in azienda – dichiara Tomaso Mainini, Managing Director di PageGroup (Michael Page, Page Executive e Page Personnel). – Oggi si parla sempre di più di di smart working, siamo di fronte a una svolta culturale e a un cambiamento del mercato del lavoro. Le aziende che vogliono essere competitive anche su questo fronte devono tenere nella giusta considerazione questi aspetti in grado di incidere sull’efficienza dei professionisti e sulla percezione positiva delle loro attività quotidiane. Ecco perché diventa fondamentale – conclude Tomaso Mainini – che le aziende che desiderano attrarre o mantenere i migliori talenti, aumentando inoltre la produttività dei propri collaboratori attraverso un maggior livello di soddisfazione e benessere, offrano alternative per la riduzione dello stress da spostamento. Oggi è possibile ottimizzare le politiche di ritenzione e attrazione tramite la flessibilità oraria, la settimana lavorativa compressa, il lavoro da remoto, oppure fornendo benefit come l’abbonamento annuale al bike sharing. Questo consentirebbe di ottenere un maggior numero di candidature di persone competenti e qualificate ma lontane dal luogo di lavoro e limiterebbe il malcontento di pendolari”.