L’edizione 2016 dello studio “Cities of Opportunity” di PwC vede la città di Londra posizionarsi al vertice, per la seconda volta consecutiva nell’analisi che si concentra sui 30 maggiori centri a livello globale, preannunciando la sua capacità di resistere nella competizione dello scenario post-Brexit. Singapore si posiziona al secondo posto, seguita da Toronto, mentre Parigi e Amsterdam completano la top five. Nell’insieme, le città europee registrano degli ottimi risultati con quattro città presenti tra le prime dieci. Milano è al 18° posto della classifica globale, grazie ad un ottimo posizionamento degli indicatori concernenti sostenibilità, ambiente naturale, salute e sicurezza, trasporti e infrastrutture.
La settima edizione dello studio, condotto da PwC ogni due anni, offre un benchmark sullo stato di salute socio-economico di 30 tra le città più importanti al mondo tramite la valutazione di 10 indicatori, tra cui trasporti e infrastrutture, facilità nello sviluppo del business, demografia e vivibilità, sviluppo delle tecnologie e costo della vita.
Potenziali sfide per Londra nello scenario Post-Brexit – Lo studio dimostra che le città riescono ad avere successo non solo quando registrano ottime performance economiche, ma quando presentano elementi di eccellenza su aspetti sociali, come l’elevata qualità della vita, il benessere delle fasce più anziane, l’offerta residenziale, la capacità di essere preparati a disastri naturali. Per ciascuno di questi fattori le città al vertice nell’analisi hanno mostrato una particolare attenzione. Poiché le analisi ed i dati si basano prevalentemente sui due anni precedenti alla decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione Europea, la posizione che Londra raggiunge nell’analisi non tiene in considerazione l’impatto del voto sulla Brexit. Tuttavia, i molteplici fattori e le misurazioni condotte rivelano preliminarmente sia i maggiori punti di forza della città a livello globale, sia le aree in cui dovrà maggiormente competere nello scenario post Brexit. Questo rappresenta un messaggio importante per le città europee ed extra-UE che potrebbero sfidare Londra alla luce della scelta di uscire dall’UE.
Milano: promossa per sostenibilità, ambiente, salute e sicurezza – Milano consolida la posizione in classifica registrata nell’edizione 2014 dello studio Cities of Opportunitiy confermando il 18° posto a livello globale. La città, seppur fatichi a posizionarsi complessivamente nelle prime posizioni della classifica, si distingue su alcuni importanti indicatori, come quelli della sostenibilità e qualità dell’ambiente naturale, salute e sicurezza, trasporti e infrastrutture. La città entra nella top 10 per sostenibilità e qualità dell’ambiente naturale (al 9° posto) – guadagnando tre posizioni rispetto all’edizione del 2014 – grazie ad un’ottima capacità nella gestione dei rischi legati alla scarsità dell’acqua (5°), alla gestione del ciclo dei rifiuti (11°) e alla preparazione in caso di catastrofi naturali (10°), che bilanciano le criticità riscontrate dalla scarsa qualità dell’aria (16°), un elemento che rimane tuttavia importante ella definizione della qualità della vita.
Analogamente, buone performance sono collegate ai temi di salute e sicurezza (14° posto), dove risulta nella top 10 per 2 sotto-indicatori: prestazioni del sistema sanitario (3°) e ambiente politico (8°). La città fa registrare, inoltre, un discreto posizionamento su trasporti e infrastrutture (16° posto), grazie alla copertura del servizio offerto dal trasporto pubblico (9°), alla convenienza del trasporto pubblico (10°) e ad una discreta facilità negli spostamenti quotidiani per motivi di studio o lavoro (14°). Tale risultato viene valorizzato al netto dei recenti interventi di potenziamento del sistema metropolitano urbano, attualmente in corso (si fa riferimento alla recente ultimazione della linea metropolitana 5 e al programma lavori collegati allo sviluppo della linea metropolitana 4). Le performance registrate dalla città sottendono un’efficace capacità programmatoria, che – anche e soprattutto attraverso Expo Milano 2015 – ha rafforzato l’immagine internazionale della Città di Milano, caratterizzata tanto dall’avanguardia tecnologica e professionale quanto da quella culturale e di lifestyle, accelerando rinnovamento infrastrutturale, la capacità attrattiva e l’apertura verso i flussi (di persone, merci, economie e informazione) esogeni.
La classifica
La valutazione a 360 gradi svolta dallo studio Cities of Opportunity sui principali centri a livello imprenditoriale, commerciale, culturale e intellettuale sottolinea le complesse sfide economiche e politiche che le città devono superare:
- Londra, al primo posto per la seconda edizione di fila, allunga ulteriormente il passo rispetto alle altre città sul podio, risultando tra le migliori 3 in 6 indicatori coperti: capitale intellettuale e innovazione; sviluppo delle tecnologie; l’essere una città “gateway” (nodo degli scambi e dei traffici); demografia e vivibilità; peso economico; facilità di sviluppo del business. Il potenziale impatto su Londra della Brexit richiederà tempi molto lunghi e, tra gli altri profili, riguarderà i flussi migratori e la capacità di trattenere i talenti, il commercio, gli investimenti e la regolamentazione.
- Singapore, la città-stato riconosciuta per il suo sviluppo pianificato, si posiziona al secondo posto, guadagnando una posizione rispetto al terzo posto del 2014. In aggiunta ai fattori per i quali si posiziona al vertice della classifica – sviluppo delle tecnologie, trasporti ed infrastrutture, sviluppo del business – Singapore registra un’ottima performance a livello fiscale. L’analisi dell’imposizione fiscale sulle imprese, sulle persone e dell’efficienza fiscale rivela che Singapore, insieme a Dubai e Hong Kong, può vantare sia i più bassi livelli di imposizione fiscale che la maggiore efficienza.
- Toronto, al terzo posto, è nella top 10 in 7 indicatori su 10 e si distingue particolarmente in categorie collegate alle necessità e preoccupazioni quotidiane dei residenti; seconda in sanità, sicurezza e costo della vita e terza per sostenibilità e ambiente naturale (a pari merito con Seul).
- Parigi sale nella classifica generale al 4° posto, rispetto al 6° del 2014. Malgrado un decennio di pressione economica e i più recenti attentati terroristici, la città ottiene ottimi risultati nei vari parametri di valutazione, l’unica a posizionarsi nella top 10 in 9 indicatori su 10: riconquista il 1° posto per demografia e vivibilità, a pari merito con New York, e ritorna seconda come “gateway”, dopo che nel 2014 era scesa al 7° sotto tale profilo.
- Amsterdam, al quinto posto, è un nuovo ingresso nello studio di quest’anno. La città entra nella top five in tre indicatori: capitale intellettuale e innovazione; sviluppo delle tecnologie; sostenibilità e ambiente naturale. È inoltre tra le prime 10 posizioni per quanto riguarda l’essere una città “gateway”, sanità e sicurezza, demografia e vivibilità, peso economico, sfidando i centri tradizionalmente più forti.
- Al sesto posto New York si conferma far parte di un’élite urbana globale, sebbene sia scesa in classifica rispetto alla seconda posizione del 2014 ed i primi posti guadagnati nelle edizioni precedenti. La città ottiene un punteggio più basso in molte delle nuove misure introdotte in questa edizione ed è sorpassata da altre città nelle variabili già adottate dallo studio. Ad esempio, dovrebbe maggiormente focalizzarsi su sostenibilità e ambiente naturale, sanità e sicurezza (è 16° sotto tali profili), oltre che sul costo della vita (25°). Dall’altro lato, la città si posiziona al primo posto, insieme a Parigi, per demografia e vivibilità, al secondo per peso economico e terza per sviluppo delle tecnologie, insieme ad Amsterdam.
- Stoccolma, al 7° posto, si distingue soprattutto per sostenibilità e ambiente naturale (1° insieme a Sydney) e nei trasporti e nelle infrastrutture (3° posto). Inoltre, registra un’ottima performance in relazione ai due nuovi parametri del benessere della fascia di popolazione più anziana e gestione di rischi idrici.
- Pechino, che mantiene il 19° posto nella classifica generale, registra risultati eccellenti in due indicatori: l’essere una città “gateway” e peso economico, entrambi al 3° posto.
- Sono otto le città che registrano il massimo punteggio in almeno uno degli indicatori. Tra queste Johannesburg che, malgrado non figuri nella top 10 generale, è prima su tutte per la competitività del costo della vita.
- Sebbene il bisogno di resilienza al rischio non sia una novità, i rischi legati alle calamità sono saliti alle stelle: le città rischiano sempre di più per condizioni meteo estreme, terrorismo, incidenti nucleari e altre minacce causate dall’uomo, oltre che per le malattie. Lo studio di quest’anno dimostra come le città più vulnerabili possano essere anche le più resilienti. Tokyo è la prima sia in termini di esposizione al rischio sia nella capacità di saperlo affrontare, schiacciando tutte le altre nella capacità di reagire alle calamità naturali. Amsterdam, invece, è seconda per vulnerabilità alle calamità e quinta per la capacità di reazione alle stesse.
Silvia Morera, Partner di PwC, commenta: “La qualità della vita all’interno delle nostre città è troppo spesso considerata come un fattore aggiuntivo, quasi secondario se non addirittura un “lusso”, ma – al contrario – è un requisito fondamentale, di base e necessario, per la capacità di questi centri di trattenere risorse e talenti. Le “città di successo” sono quelle che investono e programmano azioni mirate non solo su trasporti e infrastrutture, salute e sicurezza, sostenibilità e l’ambiente naturale, ma investono nel capitale umano e nell’innovazione, nella tecnologia e nella reattività al cambiamento”.
“I risultati costanti di città come Londra, Parigi, Singapore e New York nella top ten di Cities of Opportunity dimostrano come il successo di questi centri urbani sia radicato più profondo di quanto si potrebbe ottenere con un mero parametro economico. Nelle città una buona qualità della vita gioca un ruolo fondamentale come potenziale per catalizzare i talenti necessari che si spostano a livello globale. La continuità della competitività urbana di queste città si poggia sulla collaborazione costante tra imprese, i politici e i cittadini che le costruiscono”, conclude Morera.
Non esistendo due città uguali tra loro, lo studio suggerisce come ciascuna debba sviluppare una propria strategia individuale per comprendere identità, punti di forza e debolezza e manovrare successivamente la crescita che meglio si addice al proprio profilo, facendo leva sulle opportunità e affrontando sfide come la garanzia di case accessibili per tutti, la creazione di una rete efficace di trasporto pubblico e la riduzione dell’esposizione alle calamità.