Sabrina da tre giorni gira per l’Italia alla ricerca di un cammello: un suo cliente, uno sceicco di Dubai, vuole della capezze (briglie, ndr) in coccodrillo e diamanti per il suo nuovo cammello. “Di artigiani bravi ce ne sono a Milano, ma tutti producono capezze per cavalli. Devo trovare un cammello per ‘prendergli le misure’”, mi dice.
Mentre parliamo le suona il telefono: un altro suo cliente, dagli Stati Uniti, la sta facendo impazzire per avere un auto di lusso che sta per uscire in Italia, ma che oltreoceano arriverà solo in ottobre: “Mi devo occupare di tutto. Dalla scelta della vettura alla sua immatricolazione e spedizione”. Abbiamo poco tempo per l’intervista: Sabrina deve anche finire di organizzare il suo viaggio a Parigi di domani, dove andrà a riorganizzare il guardaroba estivo di un’importante cliente asiatica, “parliamo di cinque o sei stanza piene di capi d’alta moda e di accessori limited edition”, mi confida.
Il cv della personal shopper numero uno – Sabrina Corradini è una personal shopper, o meglio, è questo e molto altro. Nel 1994 è a Londra a studiare inglese e, per arrotondare un po’, inizia a lavorare in un negozio. “All’inizio la moda non m’interessava molto – racconta -. Poi ho capito che era un settore ricco di opportunità, che mi avrebbe dato molte possibilità sia a livello creativo che economico”. Così inizia a studiare al London College of Fashion e dopo poco è stylist d’importanti brand del settore moda: “Mi occupavo dell’immagine di alcuni vip che erano clienti importanti della compagnia per cui lavoravo, un’azienda che aveva il franchising di diverse case d’alta moda”. Sabrina continua poi il suo lavoro a New York, dove segue più da vicino alcune celebrities: “Per alcuni attori mi occupavo della scelta degli outfit durante la registrazione dei loro film. Studiavo il personaggio, il suo copione e decidevo cosa doveva indossare dal calzino alla giacca”. Al momento della promozione della pellicola, poi, Sabrina si occupava degli abiti per il red carpet: “Addirittura confezionavo dei cd con tutti gli abbinamenti possibili”. Sabrina diventa poi direttore commerciale Europa per diversi brand e, alla fine, dieci anni fa decide di aprire la sua società. Vip Luxury Service, insieme alla Privilege Lounge, sono le sue due creature: aziende, con sede a Londra, che si occupano del commerciale per diversi clienti internazionale e poi di styling, image consulting e personal shopping.
Come si diventa Personal Shopper – “Dico sempre ai miei studenti che non è possibile svolgere questo mestiere senza aver almeno lavorato per sei mesi in un negozio- spiega la personal shopper italiana che, tra le altre cose, insegna alla European School of Economics di Milano -. È qui che io ancora vado a scovare nuovi talenti. Bisogna essere capaci di trattare con clienti, spesso molto diversi tra di loro sia per cultura sia per la lingua. Con i giapponesi, per esempio, bisogna essere molto accondiscendenti e con gli arabi bisogna ricordarsi di non portarli in un ristorante dove si serve il prosciutto!”.
Fondamentale infine è l’ottima conoscenza della lingua inglese (“un inglese anche tecnico se vogliamo, che sappia gestire l’ampio vocabolario della moda”) e la frequentazione di un corso: “Io insegno alla European School of Economics di Milano – racconta Sabrina Corradini – e dal mio corso ho selezionato diverse ragazze che poi hanno svolto un periodo di tirocinio nella mia azienda. Ma ancora oggi chi vuol far parte della Vip Luxury Service deve comunque superara diversi colloqui. Lavoriamo a stretto contatto con clienti troppo importanti e non possiamo permetterci di fare brutte figure. Nel nostro lavoro non esiste margine d’errore e non si può improvvisare”.
Il colloquio – E così capita che Sabrina porti gli aspiranti personal shopper direttamente in un negozio: “Un colloquio va svolto proprio ‘sul campo di battaglia’ – spiega -. Lì, dal modo in cui un candidato prende la stampella a cui è appeso un abito, capisco se è un professionista oppure no. Vedo il suo atteggiamento nell’entrare in uno showroom, come apre la porta del negozio, e il suo modo di porsi con il direttore vendite per poter acquistare il miglior prodotto possibile per il cliente. Da tanti piccoli movimenti si comprende se è idoneo oppure no”.
Il candidato ideale di Sabrina deve saper gestire un’emergenza, essere flessibile e dimenticarsi dei giorni di ferie: “Ho una cliente, un’attrice di Hollywood, che non si ricorda mai che da noi esiste il fuso orario. Capita spesso che mi chiami alle tre di notte per chiedermi di comprarle una borsa o un paio di scarpe, come se io fossi tranquillamente in ufficio a lavorare. Ieri poi ho dovuto trovare in 40 minuti due biglietti per la Tate Gallery per il figlio di uno sceicco che era a Londra. In queste situazioni è necessario mantenere la calma, fare affidamento sulla propria esperienza e gestire al meglio il cliente. E’ il lavoro più bello che ci sia, se svolto a livelli molto alti. Ma se l’ambizione di un giovane si limita al sogno di diventare un ‘personal shopper della domenica’, allora è tutto un altro discorso”.
Sabrina Corradini mi spiega, infatti, che molti ragazzi oggi svolgono questa professione a livello amatoriale, creando una rete con diverse associazioni che, però, sono poco affidabili: “Essere personal shopper è come essere un imprenditore. Devi avere un tuo sito, curato e ben gestito. Devi avere un business plan, avere degli accordi con chi si occupa del settore del turismo: tour operator, agenzie di viaggi e grandi alberghi. Devi poi avere conoscenze dirette con le grandi case di moda e, soprattutto, devi essere un esperto del settore, essere cioè specializzato in moda uomo, donna, bambino e anche accessori”.
Nella borsa di un personal shopper – “Poco tempo fa stavo accompagnando un cliente per diversi negozi di Milano. A un certo punto, mi guarda e mi dice: vorrei andare a bere un caffè a Venezia ora. Possiamo andarci in elicottero?”, racconta ridendo Sabrina. Nella sua borsa non mancano mai diversi cellulari, una carta di credito, un passaporto e un tablet: “Mi capita spesso di andare a vedere un immobile per un mio cliente e direttamente mostrarglielo in conference call tramite un tablet”.
Parlando con Sabrina Corradini mi rendo conto che le sfide impossibili sono il pane quotidiano di un personal shopper, un lavoro in cui follia e creatività viaggiano sempre a bracciatto e…in business class!
Il corso della European School of Economics: Il corso di personal shopper della Ese, scuola che ha sede a Milano, Roma, Firenze, Madrid, Londra e New York, si articola in cinque settimane di lezione in collaborazione con la società Vip Luxury Service, fondata e gestita da Sabrina Corradini. L’obiettivo del corso è di fornire ai propri partecipanti tutti gli strumenti necessari per diventare personal shopper, personal stylist e image consultant di successo. Alla fine del corso è previsto un periodo di stage: Vip Luxury Service al termine del percorso formativo, si riserva di valutare le candidature più idonee per uno stage presso la società. Per informazioni www.uniese.it, oppure scrivi a [email protected]. Per inviare invece la propria candidatura per un colloquio con Vip Luxury Service contattare: [email protected].