La scorsa settimana l’ho incontrata, nel suo Atelier, a Pavone Canavese, a pochi chilometri da Torino per scoprire il suo cambio vita. Elena ha iniziato raccontandomi che il suo amore per l’arte è cosa antica. Mi ha spiegato che dopo il liceo artistico rinunciò solo per timidezza ed insicurezza a frequentare la scuola per stilisti a Milano. La scelta di ripiego fu per un corso per segretarie di piccole e medie imprese. Poi iniziò subito a lavorare con quello che di lì a poco sarebbe diventato suo marito. Ecco la sua vita prima del grande cambio: dieci anni come segretaria e commessa.
“La mia vita viaggiava su binari prestabiliti, apparentemente sicuri, ma freddi. Iniziai a coltivare un crescente e profondo malessere, e a domandarmi chi ero e cosa volevo davvero. Così mi rivolsi ad un naturopata che si avvale di un profilo psicologico”. Niente pillole, ma un cammino di consapevolezza e crescita personale. Fu così che Elena aprì i cassetti che nemmeno sapeva di aver chiuso. Tra le tante indicazioni ricevute dalla naturopata ci fu quella di ripercorrere a ritroso la sua vita e così un giorno andò all’asilo che aveva frequentato. Incredibile! C’era ancora la sua maestra. Parlarono a lungo e fu lei a proporle di aiutarla con i laboratori artistici estivi. “Che sincronicità, la incontrai per un soffio, se avessi tardato qualche mese non l’avrei più trovata, la Vita sa essere davvero magica”.
I laboratori di quell’estate cambiarono ogni cosa per Elena. “Santo Cielo come si sta bene con i bambini”! Questa fu la sua reazione e così nacque l’idea di studiare metodi e tecniche per essere più preparata per lavorare responsabilmente con i bambini. “La naturopata mi parlava spesso del filosofo Rudolf Steiner poiché lei stessa aveva frequentato la sua scuola per insegnanti. Cercai corsi, seminari e scuole a lui ispirati vicini a casa, ma alla fine mi ritrovai a partire per una scuola di Milano, proprio quella città che anni prima avevo rifiutato. Questa volta accettai”. Furono quattro anni intensi in cui Elena lavorava e studiava, acquisendo sempre più la consapevolezza che per educare devi prima autoeducarti, perché non trasmetti quello che sai, ma quello che sei. “All’interno di quella scuola incontrai persone straordinarie e coltivai amicizie vere, che considero tra i doni più preziosi della Vita”. Ammette che iniziò la scuola di pedagogia steineriana con l’idea di aprire un suo asilo, ma che poi, arrivata al termine, aveva una nuova sicurezza: non avrebbe aperto un asilo. Eppure proprio quella scuola la condusse verso la sua nuova vita. “Un giorno vidi una bambola di ispirazione steineriana. Era una fata vestita con i colori dell’arcobaleno, appesa in un’aula di classe prima. Me ne innamorai. Pensai che non sarei mai riuscita a crearne di altrettanto belle, ma …andai subito a casa a provarci”. E fu immediatamente magia. “Nel farle, personalizzandole alla mia interiorità, trovai pace e ispirazione. Tutto acquisiva un senso. Scelsi di realizzarle esclusivamente con lane biologiche tinte con coloranti vegetali naturali per stabilire un rapporto immediato e spontaneo con il mondo della natura e favorire una sensibilità ecologica”. Mentre mi parla me ne mostra alcune. Una diversa dall’altra. Attirano, rapiscono, comunicano e incuriosiscono.
Poi mi racconta che quello che era iniziato come un hobby che al massimo la portava nei mercatini rionali, da un anno si è trasformato in un vero e proprio lavoro. Ora Elena ha un negozio on line e clienti in tutto il mondo. Negli Stati Uniti il commercio on line è diffusissimo ed appoggiandosi alla piattaforma Etsy, specializzata in opere artistiche artigianali e vintage di almeno vent’anni, ha una vetrina perfetta. In Italia lavora molto attraverso la sua pagina Facebook.. Ha già 80 prodotti a catalogo, ma tutti sono personalizzabili. “Ed è proprio nelle personalizzazioni che traggo la maggior soddisfazione perché faccio del mio meglio per realizzare i desideri delle persone, poiché spesso le creazioni che mi commissionano rappresentano aspetti della loro vita molto intimi e personali, e spesso le creo con la commozione negli occhi e nel cuore“.
[scrollGallery id=53]
Guardo le “bambine di lana”, ne prendo in mano una. Toccarle le rende vive. Le chiedo se sono terapeutiche. Sorride. “Sì, lo sono. Aiutano piccoli e grandi ad entrare in contatto con sé stessi, con il proprio bambino interiore. Il loro viso, appena abbozzato, lascia a tutti la libertà di animarle con la fantasia e di immaginarne la fisionomia, rivedendosi come in uno specchio. La rotondità delle loro forme ne favorisce la dimensione affettiva ed emotiva. Ed è per questo motivo che si chiamano “bambine” e non “bambole”, perché rispecchiano la vita che è in noi. Loro sono vive. I feedback che ricevo da chi le ha acquistate, o anche solo viste in fotografia, sono a dir poco emozionanti, carichi di sentimenti. Ed io mi sento grata perché le bimbe di lana mi permettono di realizzare uno dei miei sogni più grandi: riportare le persone a se stesse, alla tenerezza e all’amore che ogni persona ha in germe dentro di sé, perché è grazie alle piccole cose che le grandi cose possono avverarsi”.
Quando mi dice di questa attività, con cui si sostiene a livello economico, comprendo quante ore di lavoro e quanto amore dedica per ogni sua opera, tuttavia mi stupiscono i prezzi così contenuti considerando anche il materiale di prima qualità utilizzato. Ma quando glielo faccio notare Elena subito mi dice: “Le bimbe di lana sono semini per far germogliare l’amore nel mondo, e questo è il compenso più grande che possa ricevere “. Poi Elena mi parla dei progetti di sviluppo: la vendita anche in negozi specializzati in tutto il mondo e laboratori per i bambini nello spazio già predisposto nel suo Atelier. “Adoro i lavori manuali, così come dipingere con gli acquerelli, modellare la creta, la cera d’api, e adoro poter condividere ed insegnare questa manualità fatta con materiali naturali ai bambini. Steiner sosteneva che il pensiero fine nasce da una manualità fine, e così questo lavoro è parte integrante di un percorso di crescita e di continua evoluzione”.
Ci salutiamo commentando il senso del raccontare i cambio vita per ispirare altri, e così Elena mi dice che ci tiene a sottolineare che per lei non è stato facile trovare la sua strada, che ha vissuto momenti in cui sembrava che si aprissero contemporaneamente alcune porte, eppure alcune non la portavano da nessuna parte, finché non arrivò la porta che conduceva alla sua bambina interiore, che altro non è che l’estensione di sé tramite le bambine di Caldalana. “Questo Atelier è la metafora tangibile della mia rinascita e di tutto ciò che ho risvegliato: là dove prima erano cantine buie, colme di oggetti impolverati ed inutili, ora ci sono stanze luminose dove si respira armonia e pace. E tutto ciò mi fa comprendere la metamorfosi continua di quello che da noi non viene mai considerato come utile e come la nostra vera essenza.”
Una vera rinascita: un nuovo lavoro, un nuovo compagno che la sostiene, e la scelta di vivere diffondendo “semini per far germogliare l’amore nel mondo”.
Grazie Elena. Davvero interessante questa tua particolare e personale sinergia di arte, terapia e business.
di Samantha Marcelli
1 commento
… io ho alcune fatine di Elena… ma non sapevo dove trovarla. Grazie Samantha per i “fili” che lanci.