Il Company Salary Index 2016 è la classifica delle grandi aziende italiane del settore privato in base al loro posizionamento sul mercato delle retribuzioni. Le classifiche contenute nel rapporto Company Salary Index 2016 si basano su rilevazioni effettuate in maniera anonima a partire dal questionario online sul sito, che nel corso degli ultimi 18 mesi, è stato utilizzato da circa 400.000 utenti. Le osservazioni sulle quali è stato costruito l’indice sono oltre 180.000: al fine di rendere i dati aziendali significativi e garantire riservatezza sulle informazioni raccolte, sono state prese in considerazione esclusivamente aziende di grandi dimensioni.
I profili retributivi scrutinati per formulare le classifiche sono nell’8% dei casi di dirigenti, nel 25% di quadri e nel 67% di impiegati. Per la redazione della classifica è stata utilizzata unicamente la retribuzione annuale lorda (RAL); in questo report non vengono considerati i premi e in generale la parte variabile, oggetto di approfondimento in un report dedicato, JP Salary Outlook.
LA CLASSIFICA GENERALE – La classifica generale è scaricabile gratuitamente dal sito mostra ai primi posti Procter & Gamble Italia, SOGEI – Società Generale d’Informatica, Banca d’Italia, tutte e tre con indici superiori a 118 (quindi con stipendi medi superiori del 18% alla media nazionale). Seguono importanti aziende sia nazionali, come Barilla Salini o Gruppo Hera, sia globali, come Tenaris, Nokia o Microsoft, per citarne alcune. Gli ultimi posti tra le grandi aziende mappate sono occupati da un folto gruppo di aziende, importanti e conosciute tra i giovani talenti, che si occupano di servizi di consulenza alle imprese, come Accenture, Ernest & Young, KPMG, Business Integration Partners, Exprivia e PWC, con indici intorno al 20% medio in meno rispetto al dato retributivo medio nazionale. Dalla graduatoria emerge che le meglio posizionate sono aziende del settore “energia, gas e acqua” e “alimentari, bevande e beni di largo consumo”, seguite da aziende che si offrono servizi e prodotti nell’ambito delle nuove tecnologie, come iprovider di servizi nel campo della comunicazione e i produttori di apparecchi elettrici ed elettronici e di sistemi di automazione. La fascia centrale, cioè quella di aziende con retribuzioni in linea con i valori medi nazionali, si popola di tutti gli altri settori in particolare dei settori delle telecomunicazioni, dei servizi bancari e assicurativi e della manifattura, con esclusione dell’automotive, che ritroviamo nel terzo girone in buona compagnia degli altri fanalini di coda rappresentati principalmente da aziende che si occupano di consulenza legale, fiscale, gestionale o amministrativa.
LA CLASSIFICA PER INQUADRAMENTO – Oltre alla classifica complessiva, l’Osservatorio JobPricing ha redatto anche delle classifiche per inquadramento, al fine di rilevare la presenza o meno di scostamenti per determinate famiglie professionali dal trend sopra indicato. Ciò che emerge è che il settore ICT scende drasticamente a popolare anche gli ultimi scaglioni della graduatoria quando si tratta di retribuzioni di impiegati individual contributor (figure con compiti “specialistici”, ma in realtà sempre più parcellizzati ed esecutivi), mentre il panorama delle aziende con stipendi più alti della media è più eterogeneo. Il range per gli impiegati individual contributor va da un +31,7% ad un -19,9%, con una forbice di oltre 50 punti. La graduatoria stilata sulla base delle retribuzioni degli impiegati manager, cioè di coloro che hannoresponsabilità di un piccolo team di lavoro e presidio su parti di processo, non si discosta molto dalla media nazionale, in termini di composizione settoriale; i manager individual contributor compresi i cosiddetti professional, i quali, pur avendo spesso compiti di coordinamento tecnico, non hanno la responsabilità di uno staff, vedono telecomunicazioni, banche e servizi finanziari e ICT presenti in maniera abbastanza diffusa nella fascia meglio riconosciuta, mentre il macro settore della consulenza occupa stabilmente il fondo della classifica. Per i quadri manager (profili con responsabilità di coordinamento di un team) non si staglia un settore spiccatamente meglio remunerato rispetto agli altri, al pari dei dirigenti (ruoli manageriali di unità organizzative); i primi percepiscono però in media meno nell’automotive, nell’aeronautica e nell’ICT, mentre i secondi hanno un portafoglio meno pieno quando lavorano nella consulenza o nell’ICT. Infine, i dati dei direttori (ruoli di vertice di grandi aziende) non mostrano grandi evidenze settoriali, ma le retribuzioni appaiono piuttosto legate a politiche e strategie retributive proprie delle singole aziende, tendenza che appare affermarsi in generale anche nei precedenti casi, man mano si sale di livello.