23 settembre 2015. Considerare il fenomeno del caporalato come un reato ad elevata pericolosità sociale, con l’introduzione di una disciplina sanzionatoria specifica che equipari il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro a fenomeni di stampo mafioso. È questa una delle proposte di Assolavoro, l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro, che presenta un piano in dieci mosse contro i cosiddetti “criminali dei campi”.
Per il Presidente di Assolavoro, Stefano Scabbio: “Sono proposte concrete che presenteremo nelle sedi istituzionali. Il fenomeno del caporalato – spiega il Presidente – può essere efficacemente contrastato ed auspicabilmente debellato se si attaccano prima di tutto gli “strumenti” dei caporali, rompendo la “filiera marcia” fatta da personaggi senza scrupoli, aziende compiacenti, lavoratori poco informati o che si sentono isolati e poi, attraverso una comunicazione adeguata che aiuti i lavoratori a comprendere le buone regole e garanzie a loro tutela”.
Sono dieci i punti contenuti nel documento predisposto da Assolavoro. A cominciare dalla possibilità per le Agenzie per il Lavoro di accedere alle Banche dati pubbliche contenenti tutte le informazioni sui lavoratori agricoli suddivisi per territori e di prevedere un’iscrizione online per coloro che non sono ancora “censiti”. Per Assolavoro, poi, bisogna estendere alle Agenzie per il Lavoro la possibilità di aderire alla “Rete del lavoro agricolo di qualità” (introdotta dall’articolo 6 del Decreto Legge n. 91/2014), consentendo a quelle che operano nel settore agricolo di rientrare nella “filiera certificata” e di favorire una maggiore concentrazione delle attività ispettive e di vigilanza sulle aziende non appartenenti a tale rete.
Per contrastare la piaga dei trasporti dei lavoratori agricoli, Assolavoro chiede che sia definita una disciplina specifica, che introduca il rilascio di un’autorizzazione ad hoc per i titolari delle aziende agricole e che preveda maggiori sanzioni, tra cui il sequestro del veicolo, la sospensione della patente, la confisca di beni. L’Associazione delle Agenzie per il Lavoro, inoltre, ritiene necessario porre fine al fenomeno delle cosiddette “paghe di piazza”, in nome di retribuzioni più adeguate, attraverso una negoziazione sindacale annuale sulle tariffe orarie che contempli margini ragionevoli e condivisi di flessibilità salariale in un settore influenzato da fattori esterni talora imponderabili.
Tra i dieci punti, anche la richiesta di modificare i requisiti per l’accesso all’Albo Ministeriale delle Agenzie per il Lavoro e prevedere la perdita degli stessi in caso di condanna per caporalato. Infine, per Assolavoro è necessario: rivedere il sistema del welfare del settore; incentivare l’azione ispettiva e di controllo da parte dei competenti Organi istituzionali; definire un percorso guidato verso il lavoro regolare per il personale straniero e promuovere il ricorso alle Agenzie per il Lavoro, quali soggetti autorizzati all’attività di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro.
“Le Agenzie per il Lavoro sono in prima linea per combattere tutti i fenomeni di lavoro irregolare e sottopagato, in primis per tutelare chi è sfruttato, ma anche perché sono questi i veri nemici del nostro settore. Abbiamo garantito anche in recenti incontri istituzionali la piena disponibilità di Assolavoro a collaborare attivamente per la messa a punto di iniziative comuni contro i criminali dei campi. Con queste dieci proposte concrete, molte delle quali possono essere rapidamente rese operative, offriamo un nuovo contributo per affrontare seriamente ed efficacemente questo antico fenomeno criminoso che ancora persiste” – conclude Scabbio.