Alla cortese attenzione del
Presidente del Consiglio
Matteo Renzi
E del
Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Maurizio Martina
E p.c.
Ministro della Salute
Beatrice Lorenzin
Ministro dell’Istruzione, dell’Universitร e della Ricerca
Stefania Giannini
Senatori commponenti della
9ยช Commissione permanente
Agricoltura e produzione agroalimentare
Senatori componenti della
12ยช Commissione permanente
Igiene e Sanitร
Gentilissimo Sig. Presidente del Consiglio,
On.li Ministri,
On.li Senatori,
Sono a scriverVi, in merito al dibattito scaturito mezzo stampa nelle scorse settimane tra lโOn.le Ministro Maurizio Martina e la On.le Sen. Prof. Elena Cattaneo sul tema della ricerca pubblica sugli OGM. Mi permetto di appellarmi alla Vostra cortese attenzione perchรฉ, come Presidente dellโAssociazione Nazionale Biotecnologi Italiani, una associazione professionale composta da oltre 1500 professionisti nel settore delle biotecnologie, da 15 anni lavoriamo per un dibattito che parta dalla scienza su questo, e su molti altri temi chiave per il Paese quali lโuso delle cellule staminali o il ruolo delle vaccinazioni.
Piรน di quindicimila persone, a partire dal 1994, hanno intrapreso nel nostro paese una carriera nelle biotecnologie scegliendo di diventare dei professionisti dellโinnovazione medico-farmaceutica, agro-alimentare, veterinaria e industriale. Lo hanno fatto seguendo la propria passione per la scienza e la voglia di dare il proprio contributo per rispondere alle sfide che ci attendono.
I messaggi lanciati dai diversi Governi e Parlamenti che si sono succeduti in questi anni, quasi sempre senza distinzione di colore o provenienza politica, hanno perรฒ sottolineato con chiarezza lo scarso interesse, se non una vera e propria ostilitร , verso lโinnovazione e verso coloro che si adoperano per promuoverla in campo. Fino a 15 anni fa, i nostri ricercatori potevano lavorare, sperimentare e proporre nuove soluzioni per la nostra agricoltura, e lโItalia aveva saputo raggiungere un’eccellenza riconosciutale globalmente in questo settore. Oggi un buon progetto, nato tra le mura delle nostre Universitร o dei nostri Centri di Ricerca, sa giร , a prescindere, che non potrร mai uscire da un laboratorio se prevede lโuso di OGM, una sigla che ha valore giuridico ma, ricordiamolo, nessun significato scientifico. Tutte le innovazioni su cui i nostri ricercatori stavano lavorando giร 15 anni orsono, e ideate per salvare i nostri prodotti tipici, quelli grazie ai quali il Made in Italy e la tradizione culinaria italiana puรฒ davvero essere tale, come il pomodoro San Marzano o il riso Carnaroli, sono state raccontate efficacemente in un volume scritto in quegli anni dal prof. Sala dellโUniversitร di Milano. A poco รจ servito, se non a consegnarci memoria di questa capacitร di innovazione che il nostro Paese aveva e che ha rifiutato, preferendo piuttosto rinunciare ad alcuni di essi, come il San Marzano originale, e per molti altri affidandosi allโagrochimica. Prodotti tipici e innovazione perรฒ sia chiaro non sono necessariamente in antitesi. Si รจ deliberatamente scelto che lo fossero e si รจ forzato un dibattito.
Lโultimo atto di questo rifiuto si รจ consumato nel 2012 con la distruzione forzata degli ultimi campi sperimentali pubblici italiani. Distrutti senza alcuna ragione tecnica, rischio reale o riflessione sulla loro utilitร . Quelle sperimentazioni pubbliche, pagate dai cittadini italiani, potevano aiutarci a capire se ha davvero senso dire no allโuso degli OGM. Ulivi, ciliegi, kiwi, furono distrutti, dopo 14 anni di coesistenza pacifica, per un cavillo. Eppure bastava scrivere su di un foglio due righe per salvarli. Furono a gran voce chieste. Anche da noi. Non ci furono nemmeno rifiutate, adducendo una motivazione. Semplicemente non arrivarono.
Questo ci conduce al paradosso di oggi. LโItalia ha deciso, con le proprie politiche dissennate, di mortificare i propri ricercatori e le proprie Universitร impedendo loro di fare ricerca sugli OGM, ma allo stesso tempo ha deciso di non rinunciare ad usarli. Dice bene la Professoressa Cattaneo quando ricorda che lโItalia importa ed usa tonnellate di OGM (4 milioni solo per la soia) per alimentare gli animali da cui si ricavano i nostri prodotti di punta apprezzati in tutto il mondo. Lโuso di OGM dopotutto, come emerge dalle oltre 15.000 pubblicazioni scientifiche sul tema, ma anche dai dati raccolti in oltre 15 anni di utilizzo, non presenta particolari rischi per la salute o per lโambiente, come giร ampiamente sottolineato dalle principali Societร Scientifiche italiane attraverso due Consensus Document pubblicati nel 2004 e nel 2006.
Il nostro Paese ha perรฒ sistematicamente deciso di ignorare su questo tema la scienza, con il solo risultato di precludersi la possibilitร di guidare lโinnovazione del settore agricolo, finendo per subirla importando a caro prezzo quella prodotta altrove. Non dimentichiamo che abbiamo formato e continuiamo a formare migliaia di giovani in questo settore, per poi negare loro lโesercizio della propria professionalitร , invece di chiedergli di metterla a frutto per costruire una via italiana allo sviluppo agricolo da proporre anche al di fuori dei confini nazionali.
Siamo dโaccordo con lโOn.le Ministro Martina quando sottolinea come โla discussione sugli OGM […] non rappresenta nรฉ lโunica nรฉ la piรน rilevante attivitร nel mondo della ricerca in agricolturaโ: a renderla centrale รจ perรฒ il suo impatto sul piano culturale, in quanto emblematico della sensibilitร che le nostre Istituzioni hanno verso la ricerca e verso i giovani che in essa credono, che sempre meno riescono a trovare opportunitร allโaltezza delle loro aspettative. La stessa Carta di Milano, voluta cosรฌ fortemente proprio dal Suo Governo, Sig. Presidente, impegna le Istituzioni a โaumentare le risorse destinate alla ricerca, al trasferimento dei suoi esiti, alla formazione e alla comunicazioneโ. Come Biotecnologi, di questo vorremmo parlare. Non ci appassiona il dibattito pro vs contro, ci interessa lavorare per la competitivitร del nostro paese valorizzando al meglio le competenze di tanti ricercatori e professionisti che vorrebbero mettersi al servizio del Paese invece di fuggire allโestero.
ร vero, come dice lโOn.le Ministro Martina, che gli OGM non bastano: serve infatti molto di piรน. Serve soprattutto una politica che sappia mettere al centro delle sue decisioni la scienza e non che la pieghi a posteriori ai suoi desiderata. Solo cosรฌ si potrร avere un dialogo vero e non ideologico sugli OGM, e sui mille altri temi su cui oggi siamo ancora fermi al palo. Solo cosรฌ facendo si puรฒ costruire un futuro sostenibile che non siano gli altri a dettarci, ma che nasca partendo dal lavoro delle nostre menti migliori.
Con i piรน distinti e calorosi saluti, e nella speranza di ricevere da Voi un gradito riscontro,
Daniele Colombo
Presidente Associazione Nazionale Biotecnologi