Milano – 27 luglio 2015 – Studi recenti rilevano che la generazione dei Millennial, quella dei giovani nati dopo il 1980, conterà per il 75% entro il 2025. Entrano nel mondo del lavoro con un bagaglio culturale e personale diverso da quello dei colleghi più anziani: sono digitali nativi, flessibili, hanno ritmi di vita diversi e tendono sempre più a unire lavoro e vita privata. Con le loro nuove motivazioni possono rappresentare un fattore di crescita per le aziende. Tuttavia, la generazione dei Millennial è nota per lasciare il posto di lavoro dopo poco tempo (il 60% cambia lavoro dopo meno di 3 anni).
Per rimanere competitive, le aziende necessitano di un approccio più fresco al concetto di retribuzione, che consideri i nuovi valori, atteggiamenti e stili di vita. Adam Miller, Presidente e CEO di Cornerstone OnDemand, azienda leader nelle soluzioni software in ambiente cloud per il talent management, ha individuato alcuni valori principali che realmente attirano la generazione dei Millennial:
Flessibilità nell’orario di lavoro – I giovani che cercano lavoro oggi vivono in un mondo in cui la presenza fisica è un optional: fare operazioni bancarie, noleggiare un film, chiacchierare con gli amici, ordinare il pranzo sono tutte attività che, da luogo “dove andare” sono diventate “cose da fare” con un qualsiasi dispositivo connesso. I Millennial vedono il lavoro nello stesso modo; qualcosa che non viene misurato in termini di ore trascorse in un luogo ma di risultato di ciò che si è fatto. Non è un caso che le aziende che oggi hanno successo pongono la flessibilità al centro della propria cultura aziendale, permettendo agli impiegati di definire a piacimento i propri programmi purché il lavoro venga fatto.
Crescere innanzitutto – I Millennial non vogliono lavorare solo per lo stipendio: desiderano investire il tempo per acquisire nuove competenze e conoscenze necessarie per crescere sia personalmente sia professionalmente. La formazione dunque non è più solo un mezzo per realizzare obiettivi aziendali ma un’esperienza di apprendimento a 360 gradi che coinvolge tanto gli obiettivi di carriera quanto gli interessi e le passioni del dipendente. Una delle esigenze, ad esempio, è quella di imparare a diventare un leader. Nell’indagine sui Millennial condotta nel 2014 da Deloitte, il 75% degli intervistati riteneva che la loro azienda potesse fare di più per formare i futuri leader.
Insieme alla formazione viene la mobilità – La maggior parte dei Millennial si aspetta di sviluppare diverse carriere nella vita professionale. Secondo il Bureau of Labor Statistics, in media, i giovani adulti a 26 anni hanno già svolto 6,2 lavori. Perché non consentire loro di passare a un nuovo percorso di carriera all’interno della vostra azienda? E’ fondamentale dare loro accesso ai percorsi di formazione necessari per muoversi sia verticalmente sia orizzontalmente all’interno dell’azienda. Permettete loro di vivere l’impresa in modo olistico e costruire un legame duraturo.
Allineamento fra gli obiettivi personali e quelli aziendali – Più ancora delle generazioni precedenti, i Millennial danno una grande importanza allo scopo del proprio lavoro. Da un punto di vista personale, sono molto interessati a capire quale è il loro ruolo nel disegno aziendale, in che modo il loro ruolo è importante e se interessa a qualcuno. Le aziende devono essere trasparenti nell’allineare gli obiettivi personali con quelli dell’organizzazione, in modo che anche il neoassunto abbia ben chiaro come il suo lavoro sia allineato con ciò che l’azienda fa nel suo insieme.
Non solo profitto – I Millennial considerano molto importante anche la causa sociale dell’azienda per cui lavorano: come si relaziona l’azienda con il mondo esterno e in che modo contribuisce al bene generale? Il concetto di responsabilità sociale dell’azienda coincide con quello delle persone? Nell’indagine Deloitte, sei intervistati su dieci affermano che l’allineamento fra gli obiettivi personali e quelli dell’organizzazione è una delle ragioni per cui hanno scelto il loro attuale datore di lavoro.
L’epoca in cui sono cresciuti i Millennial ha insegnato loro che nulla è garantito. Instabilità e cambiamenti rapidi sono la norma. Per questa generazione, ad esempio, l’equazione tempo=denaro non ha più senso. Quello che da tempo viene considerato “il futuro del lavoro” è già presente e le organizzazioni devo muoversi nel modo giusto per rispondere ai nuovi standard per reclutare e trattenere il capitale più prezioso, quello umano. La concorrenza per accaparrarsi le persone più valide è agguerrita come non mai.