Milano, 25 giugno 2015 – L’agroalimentare rappresenta un comparto di eccellenza del Made in Italy che negli ultimi anni ha resistito meglio al contesto di crisi generale, offrendo opportunità a tutto il sistema economico e soprattutto alla categoria dei giovani. Il valore aggiunto per ettaro realizzato dal settore è, infatti, più del doppio della media UE-27; il modello produttivo italiano è tra i più innovativi in campo ambientale, il nostro è il primo Paese europeo per numero di operatori biologici e il secondo per superficie investita. Si parla, inoltre, di un’intensità occupazionale a vantaggio della Penisola con 7,3 addetti ogni 100 ettari a fronte di una media UE di 6,6 e gli Istituti Agrari hanno registrato nell’anno 2014/2015 un aumento di iscrizioni pari al 39% dal 2007/2008.
Seguendo la propria vocazione di contribuire alla promozione della cultura del lavoro, Gi Group Academy, la fondazione della prima multinazionale italiana per il lavoro ha realizzato, con il contributo di OD&M Consulting, il volume ”I mestieri del Food&Beverage. Fra tradizione e figure professionali emergenti” in pubblicazione da Guerini Next e con la prefazione di Slow Food nell’intento di approfondire fasi e attori della filiera, caratteristiche distintive, numeri, punti di forza e aree di miglioramento e, soprattutto, fabbisogni professionali.
“L’obiettivo che ci poniamo con questo libro è duplice: da un lato vogliamo fornire al mondo delle imprese informazioni e nuove letture sulle macrotendenze del settore, dall’altro ci auguriamo che possa diventare una guida operativa per tutti i nostri ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro e che hanno il desiderio di conoscere più da vicino il settore enogastronomico e i possibili sbocchi occupazionali – commenta Stefano Colli-Lanzi, CEO di Gi Group e Presidente di Gi Group Academy –. In qualità di intermediario del mercato del lavoro, ci auguriamo che questa pubblicazione, possa generare valore per tutti gli attori interessati e contribuire all’eccellenza di un settore che tutto il mondo ci invidia, infondendo, inoltre, energia e fiducia alle nuove generazioni non solo per trovare un’opportunità lavorativa, ma anche per dare vita a idee innovative”.
Il volume analizza 44 figure professionali tradizionali e 7 emergenti fornendo per ciascuna una scheda dettagliata su cosa prevede il ruolo, il contesto lavorativo, la formazione richiesta per svolgerla, le competenze e le indicazioni retributive (laddove disponibili nell’ambito del XIX Rapporto sulle Retribuzioni in Italia di OD&M Consulting).
“In questi anni di crisi le retribuzioni hanno registrato variazioni incrementali minime anche per il comparto agroalimentare – precisa Simonetta Cavasin, Amministratore Delegato di OD&M Consulting -. Solo dal 2014 si rilevano segnali di ripresa seppur contenuti con situazioni variegate a seconda dell’inquadramento e della dimensione aziendale; in generale, per i dirigenti gli stipendi migliori si registrano nel Commercio al Dettaglio, mentre per Quadri, Impiegati e Operai nell’Industria Alimentare”.
Il volume illustra la filiera offrendo dapprima uno sguardo d’insieme al fine di comprenderne le caratteristiche distintive anche rispetto ad un confronto europeo. Vengono poi descritti i vari attori con una focalizzazione particolare sui dati aggiornati rispetto al mercato del lavoro in termini di imprese e addetti e si conclude con una riflessione sui fabbisogni professionali della filiera in un’ottica di sviluppo del settore, in particolare di quello agricolo e di trasformazione, per poi entrare nel dettaglio delle professioni.
Focus Stipendi: i range retributivi dei mestieri tradizionali – Considerando come nel 2013 in agricoltura ci fossero 49.871 imprese gestite da giovani e come nell’industria alimentare vengano assunti circa 2.000 laureati l’anno, di seguito si segnalano i range retributivi di alcune professioni presenti nel libro. Si precisa che si intendono retribuzioni lorde annue come lavoro dipendente, in caso di svolgimento di libera professione o di imprenditore/titolare di esercizio naturalmente i valori possono essere molto diversi:
Analista su prodotti vitivinicoli € 18.000 – € 31.000
Banconiere di pasticceria/gastronomia/macelleria € 19.000 – € 25.000
Cantiniere € 18.000 – € 25.000
Cuoco € 19.000 – € 28.000
Food&Beverage Manager € 50.000 – € 90.000
Gelataio € 20.000 – € 22.000
Macellaio Industriale € 19.000 – € 27.000
Tecnico certificazione qualità agricoltura/biologica/alimentare € 23.000 – € 32.000
Tecnologo Alimentare (impiegato) € 28.000 – € 39.000
Tecnologo Alimentare (quadro) € 41.000 – € 52.000
I Mestieri emergenti – L’interesse per il cibo e la crescente attenzione alla qualità dell’alimentazione ha favorito la nascita di nuove ed importanti opportunità occupazionali. Si tratta di professioni che trovano sbocco nei settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell’ambito della ricerca e sviluppo, dell’amministrazione e dei servizi che contribuiscono in maniera incisiva a preservare o restaurare la qualità ambientale.
Il Volume ne presenta e analizza 7, si tratta delle seguenti:
L’Apicoltore (urbano) è una figura particolare nella zootecnia perché è l’unica che si occupa industrialmente di allevare insetti per la produzione di un alimento per il consumo umano, appunto il miele. Per poter esercitare la professione non è richiesta una formazione obbligatoria, ma è consigliabile partecipare a corsi dove apprendere conoscenze di agronomia, zoologia e patologia vegetale e animale contattando la Federazione italiana apicoltori (Fai). Per poter svolgere tale attività occorre innanzitutto una solida base teorica. Occorre poi avere nozioni di apicoltura, conoscenza di biologia delle api e di tecnica apistica e per acquisire le competenze è utile affiancare almeno per una stagione un apicoltore e fare con lui esperienza. Per un’apicoltura da reddito occorrono minimo un centinaio di alveari e per affrontare la vendita all’ingrosso, in cui l’unità di misura è il fusto da 300 kg, bisogna disporre di grandi quantità di alveari (indicativamente migliaia).
l’Assaggiatore professionale si occupa di effettuare l’analisi sensoriale per certificare la qualità e le proprietà organolettiche di vari prodotti (vini, oli, aceti, formaggi, caffè, tè, miele, cioccolata, salumi). Per poter esercitare la professione è consigliabile partecipare a corsi di qualificazione professionale. I corsi di specializzazione per assaggiatori possono essere dedicati ad affinare le capacità di analisi sensoriale o ad alimenti specifici. Servono, inoltre, conoscenze in chimica per individuare le sostanze che determinano il sapore degli alimenti, in matematica e statistica per ricomporre i pareri individuali in giudizi oggettivi da parte dei panel, in fisiologia per comprendere il funzionamento degli organi sensoriali umani. I panel per l’olio d’oliva, composti da sette-otto professionisti, possono guadagnare cento euro ad analisi sensoriale (poco più di 10 euro ad assaggiatore). Un assaggiatore professionale di formaggi può guadagnare 25-30 euro l’ora. Chi lavora per le grandi aziende alimentari può contare su una retribuzione fissa, ma la maggior parte lavora come consulente esterno e spesso part-time.
Il Food Innovator è un professionista che lavora con i reparti ricerca e sviluppo delle grandi aziende per inventare nuovi prodotti e nuove forme di consumo per quelli che esistono già. Per poter esercitare la professione occorre avere una Laurea e aver frequentato corsi di studio ad hoc(ad esempio master in Food Innovation e/o Management). È consigliata, inoltre, un’esperienza all’estero. Per poter svolgere tale attività occorre avere nozioni di sociologia e marketing, di tecnologia alimentare e informatica. Tra le attitudini: essere in grado di farsi contaminare da ciò che lo circonda, viaggiare, osservare e studiare e, inoltre, confrontarsi spesso con esperti e fornitori.
Il Food Blogger è un professionista del web che attraverso il proprio portale offre informazioni, suggerimenti e consigli sul mondo della cucina e dell’enogastronomia. Non sono richiesti requisiti formativi obbligatori ma deve saper aprire un proprio diario virtuale, nel quale inserire delle ricette originali oppure recensire quelle assaporate in ristoranti e osterie, oltre a suggerire il modo migliore per cucinare o per fare la spesa. È indispensabile, inoltre, possedere delle buone conoscenze nel settore informatico e conoscenze dei seo. In secondo luogo, è utile intendersi di fotografia al fine di realizzare foto ed immagini che presentino il piatto da pubblicare sul blog. Deve essere in grado di aggiornare il proprio blog quotidianamente per aumentare il proprio numero di followers. Il guadagno dipende molto dalla pubblicità all’interno del blog e dal numero di visualizzazioni.
Il Personal Trainer dell’Orto è un professionista del verde che offre la propria consulenza e tutoraggio a domicilio a coloro che vogliono coltivarsi l’orto. Di solito si tratta di ex imprenditori agricoli, agronomi, ortovivaisti o appassionati che si trasformano in consulenti. Per poter esercitare la professione non sono richiesti requisiti formativi obbligatori, sebbene non ci si possa improvvisare ma occorre prepararsi, ad esempio, iscrivendosi al corso di botanica; si devono, infatti, avere le competenze di un contadino o di un agronomo e conoscenze di orticoltura e botanica.
Lo Specialista in turismo enogastronomico è un professionista che organizza itinerari abbinando alle classiche visite ai siti storici o alle grandi bellezze naturali, la degustazioni dei prodotti tipici del luogo o la partecipazione a corsi di cucina locale. Per poter esercitare la professione non sono richiesti requisiti formativi obbligatori, sebbene sia indispensabile almeno la conoscenza di una lingua straniera. È consigliabile frequentare un corso in scienze turistiche e un corso per acquisire competenze enogastronomiche. Lo Specialista in turismo enogastronomico deve saper selezionare un territorio, conoscerlo e cercare una rete di fornitori selezionati e qualificati per accogliere gli ospiti. Deve, inoltre, conoscere la storia dei prodotti gastronomici che decide di offrire, nonché la storia del territorio, le tradizioni, i costumi.
Lo Zoonomo sostenibile è un professionista che opera in tutti i campi della zootecnia. Si occupa della pianificazione aziendale e industriale fino alla trasformazione delle carni, della formulazione delle razioni e dei mangimi, delle attività di estimo, di assistenza tecnica e fiscale all’interno dell’impresa. Fra i compiti che la norma gli assegna ci sono le attività di selezione e miglioramento genetico, la conservazione e valorizzazione della biodiversità animale e dei microrganismi «di interesse tecnologico» per la trasformazione dei prodotti di origine animale. Ha, inoltre, il compito di controllare e garantire che tutte le fasi dell’allevamento rispettino i disciplinari, così come tutti i mangimi devono essere di origine biologica e/o di filiera controllata. Per poter esercitare la professione occorre essere laureati in Scienze e Tecnologie zootecniche delle produzioni animali o in Veterinaria, aver superato l’Esame di Stato di abilitazione alla professione di Zoonomo ed essere iscritto all’Albo dei dottori agronomi e forestali o dei veterinari.