Breve intervista a Paolo Maria Rossin, General Manager di Indutex SpA, una delle aziende italiane leader nel mondo nella fornitura di indumenti da lavoro per coloro che svolgono mansioni a rischio contagio nei diversi scenari lavorativi. Si tratta di indumenti da protezione biologica, chimica e nucleare utilizzati anche da Emergency in Sierra Leone nel perizio del.rischio Ebola. Tra questi scenari a raschio, purtroppo, c’è anche la situazione degli addetti alla gestione diretta dei flussi di immigrazione clandestina. Quali sono i rischi che corrono questi lavoratori e come si proteggono?
Assistiamo, quasi inermi, ad un quotidiano flusso di immigrazione clandestina verso le coste dell’Italia meridionale e siciliane con il tragico corollario di innumerevoli e tragiche morti annunciate a causa delle disumane condizioni in cui sono costrette le tante persone in fuga dalla miseria e dalle violenze dalle mafie della “tratta umana”. Si attendono almeno 200 mila migranti secondo la Fondazione Migrantes. Un aspetto di questo tragico fenomeno è anche la questione della sicurezza di coloro che lavorano in questi contesti. Che rischi corrono?
Principalmente rischi bio-correlati ossia agenti patogeni che possono essere veicolati in condizioni di scarsa o nulla igiene e forte aggregazione, condizioni usuali sui “barconi della speranza”. I rischi più gravi sono o che ci sia un focolaio di qualche malattia e che possa infettare il personale addetto al primo soccorso oppure che ci siano dei cadaveri (ahimè spesso) che possano essere vere e proprie “bombe” biologiche.
Gli addetti alle varie mansioni nelle operazioni di sbarco e accoglienza sono adeguatamente preparati e attrezzati? Quali sono le principali misure di sicurezza per la salute da adottare?
Fin dalla operazione “Mare Nostrum” tutti gli addetti al soccorso e prima cura si sono equipaggiati con indumenti e mascherine, DPI essenziali per questo tipo di rischio. In questo senso devo affermare che l’attenzione è sempre stata alta e continua ad essere costantemente monitorata. Con l’avvicinarsi poi della bella stagione assisteremo sicuramente ad un aumento dei flussi migratori e di questo i principali attori sul campo sono ben consci e si stanno adeguatamente preparando.
L’emergenza Ebola, che alcuni mesi fa era al centro dell’attenzione mediatica, aveva suscitato clamore anche per il rischio, che qualcuno ha paventato, di un “contagio”l tramite i flussi di immigrazione clandestina. Rischio assolutamente infondato, a quanto pare. Giusto?
Giustissimo, Ebola, seppur la peggior epidemia degli ultimi anni, è stata un fenomeno circoscritto ad alcuni paesi africani e non è mai stata “importabile” tramite i flussi di immigrazione clandestina, un po’ per la localizzazione degli stessi un po’ per i tempi di manifestazione di Ebola, non compatibili con i tempi delle migrazioni. Teniamo presente che noi vediamo solo la parte finale del moto, ossia il barcone che cerca di approdare in Europa ma il loro viaggio parte da molto più lontano, tanto ne è la prova che non c’è stato alcun caso di Ebola in Europa arrivato con i “barconi”.