Flessibilità contro Precarietà. Non sono la stessa cosa ed esprimono due modelli di lavoro opposti: il primo giusto, il secondo sbagliato. Il Jobs Act di Matteo Renzi da che parte sta?
La confusione regna sovrana quando si parla di lavoro. Prevale la propaganda a scapito della ragionevolezza e della comprensione dei reali processi in atto nell’economia e nei modelli di organizzazione del lavoro. In questo caos mediatico posizioni largamente minoritarie nel Paese trovano terreno fertile per affermarsi come idee prevalenti. In questi anni è passato il messaggio sbagliato, ossia l’equiparazione di due concetti profondamente distinti ma rappresentati, soprattutto dai media, come sinonimi e intercambiabili: parliamo di flessibilità e precarietà. La realtà, però, è un’altra e l’autore con questo libro si pone l’obiettivo, ambizioso, di riaffermare le giuste differenze.
“La flessibilità tutelata del lavoro è l’unica possibilità che abbiamo per coniugare l’esigenza della competitività delle imprese con quelle della sicurezza dei lavoratori – commenta Francesco Rotondi – in uno scenario in cui il luogo delle tutele si è spostato dall’azienda al mercato del lavoro. Un cambiamento epocale per la cultura del lavoro italiana, frenato e inquinato da posizione ideologiche e fuori dalla realtà che rappresentano la flessibilità come sinonimo di precarietà e di male assoluto da esorcizzare in ogni modo. Serve un’operazione verità che ristabilisca le giuste differenze e che dia piena dignità culturale e mediatica al concetto di flessibilità correttamente inteso. Questo il senso e l’ambizione del libro Flessibilità Vs Precarietà“.
Il libro verrà presentato il 4 maggio a Pescara, l’11 maggio a Milano e il 13 maggio a Roma.