LabItalia – Maschio, italiano, residente al Nord, di età compresa tra i 35 e i 49 anni, che ha perso il controllo di un macchinario o di un utensile oppure è caduto. Questo il profilo più ricorrente tra i lavoratori indennizzati in seguito a un infortunio avvenuto in edilizia. A tracciarlo è il primo numero del 2015 del periodico statistico dati Inail, che sottolinea la netta flessione degli incidenti in uno dei settori di attività più a rischio.
Negli ultimi cinque anni, infatti, le denunce di infortunio nelle costruzioni sono diminuite del 46,1%, passando dalle oltre 83mila del 2009 alle 45mila del 2013. Nello stesso arco di tempo anche gli indennizzi si sono quasi dimezzati, da 72mila a 38mila, con un calo percentuale del 46,7% che supera di quasi 20 punti quello registrato nell’industria e servizi (-27%).
Costante la flessione di livelli produttivi e occupazione. Questa riduzione è il risultato di un significativo e costante miglioramento nella prevenzione degli incidenti nei cantieri, ma riflette anche la grave crisi economica che ha colpito questo settore più duramente di altri. Stando ai dati Istat, infatti, i livelli produttivi nelle costruzioni negli ultimi anni sono stati caratterizzati da una contrazione costante. Il calo è stato pari al 10,8% nel 2012, al 13,5% nel 2013 e al 7,1% nel periodo gennaio-novembre 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In flessione è anche il numero degli occupati, che nel 2013 sono scesi sotto la quota di 1,6 milioni (-5% rispetto al 2012), subendo una contrazione doppia rispetto al dato complessivo.
Quasi doppia rispetto al totale è anche l’incidenza dei casi mortali sul numero complessivo degli indennizzi, pari allo 0,30% nelle costruzioni rispetto allo 0,17% dell’industria e servizi. Meno netto ma ugualmente significativo è anche il divario relativo alle menomazioni permanenti, che nel 2013 hanno rappresentato circa l’8% del totale degli indennizzi per infortuni, mentre in edilizia sono stati pari al 12%.
Come sottolineato da dati Inail, a esporre i lavoratori di questo comparto a un rischio maggiore di subire un infortunio, con conseguenze più gravi della media, o di contrarre una malattia professionale sono le attività prevalentemente manuali e l’impiego di attrezzi pericolosi e macchinari pesanti. Spesso gli stranieri non sono adeguatamente formati. Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dall’inesperienza, che riguarda in particolare i lavoratori stranieri, spesso utilizzati come manovalanza tuttofare e non adeguatamente formati. A fronte della contrazione del numero degli occupati delle costruzioni, la loro quota in questi anni è rimasta stabile, pari a circa il 20% del totale, ed è quasi doppia rispetto a quella registrata nell’insieme dei settori lavorativi. Straniero è anche un lavoratore indennizzato su cinque e le comunità più colpite sono, nell’ordine, quelle romena, albanese e marocchina.