Retail, Digital e Operations. Sono queste le tre aree nel settore fashion&luxury che offrono le maggiori opportunità di lavoro per i manager italiani. Lo rivela uno studio condotto da Horton International Italy, società leader nell’executive search, con particolare expertise proprio nel settore della moda made in Italy.
Nel 2014 le imprese italiane hanno infatti puntato sul potenziamento della rete vendita, sull’e-commerce e sulla qualità del prodotto per uscire dalla crisi di un mercato interno stagnante. Il deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, ha poi dato la spinta decisiva per aprirsi a nuovi mercati e incrementare la penetrazione in quelli già presidiati.
Le aree professionali più promettenti:
Retail – Se i grandi gruppi hanno mirato agli Stati Uniti dove il lusso guida una ripresa forte e diffusa e ai paesi del Medio ed Estremo Oriente che registrano una crescita sostenuta, le PMI hanno invece privilegiato il contesto mediterraneo ed europeo, più agevole da coltivare dal punto di vista degli investimenti necessari per internazionalizzare il loro business e aprire nuovi punti vendita. In questo segmento la figura più ricercata a livello manageriale è nel 36% dei casi il Country retail manager, nel 22% l’export manager e nel 20% l’head of merchandising. In coda le figure ricercate del sales and marketing export manager (14%) e del worldwide retail director (8%).
Digital – La vendita online si è imposta prepotentemente nel segmento del lusso/fashion, dove le aziende si sono appoggiate a grandi provider o si sono organizzate con team interni dedicati. Sebbene questa convergenza di strategie tradizionali di vendita e nuove vie aperte dal web sia oggi appannaggio solo di poche aziende all’avanguardia, la ricerca in questo settore si concentra su profili quali l’e-commerce manager (30%), il digital pr manager (25%), il web content (20%), gli esperti di grafica (10%), i social media manager (8%) e il community manager (7%).
Operation – Mentre negli anni scorsi le aziende si sono concentrate sul potenziamento della Supply Chain, nel 2014 è stato lo sviluppo del prodotto in termini di qualità e artigianalità a segnare il passo di una produzione di eccellenza. Gli investimenti nelle RU sono stati quindi focalizzati al potenziamento delle strutture interne dedicate alla ricerca, allo sviluppo e al miglioramento tecnico-qualitativo del prodotto. E in quest’ottica le figure maggiormente ricercate sono quelle del product development manager (28%), quella dell’industralization manager (26%), del head of pattern makers (20%), del technician director (11%), del sourcing manager (9%) e del logistic manager (6%).
Il quadro generale del settore – Nel 2014, secondo le stime degIi analisti, il mercato mondiale dei beni di lusso è cresciuto del 6% rispetto ai 267 miliardi di euro del 2013. Mentre i colossi russi e cinesi sono stati condizionati dai rispettivi problemi interni, Stati Uniti, Giappone, Corea e Medio Oriente hanno vissuto la crescita da protagonisti. In Italia si è profilato uno scenario diverso. Lo stato di salute del settore Fashion e beni di lusso ha dato segnali contrastanti ma negli ultimi mesi dell’anno si è manifestata una timida ripresa. Il Made in Italy e l’export hanno trainato le PMI e i grandi gruppi del tessile (+8,5%) mentre l’abbigliamento moda si è fermato a +0,7%. A livello internazionale l’Italia è diventata sempre più sinonimo di altissima qualità esercitando un forte appeal anche nei mercati più giovani.
Il commercio online è stato lo strumento di una internazionalizzazione a portata di click, che ha permesso ad esempio anche a grandi store multimarca (es. Luisa via Roma) di affermarsi nel lusso in rete. Ma nonostante l’e-commerce in Italia sia cresciuto del 17% nel 2014, riconfermando l’abbigliamento alla guida di questa crescita, il saldo tra l’import e l’export digitale è però ancora negativo.
Internet è ormai diventato il secondo media pubblicitario dopo la televisione, tanto che agenzie di comunicazione e aziende si stanno sempre più strutturando per rispondere in modo efficace alle nuove esigenze del media mix. Nel 2014 è cresciuta anche, a doppia cifra, la pubblicità online, che già nel 2013 aveva superato quella della carta stampata. Evolve anche la comunicazione nella moda: sempre più globale con investimenti internazionali sempre più consistenti e sempre più virtuale con il digital in continua crescita, anche se il ruolo della carta stampata non si discute a fronte delle peculiarità del comparto moda.