In tanti, quasi tutti, hanno posto l’accento sul fatto che fosse una donna. La prima donna italiana a viaggiare nello spazio. Per lei invece questo è un particolare irrilevante. O almeno non rilevante quanto l’aver realizzato il sogno che aveva fin da bambina, quello di diventare un’astronauta, e dell’orgoglio di rappresentare l’Italia, oltre che di essere un esempio per i giovani. Eppure è anche la 60° donna a partire per lo Spazio e attualmente l’unica componente femmina del corpo astronauti europeo: Samantha Cristoforetti ha 37 anni, è nata a Milano ma è vissuta a Malè, in provincia di Trento, è laureata in Ingegneria Meccanica e parla cinque lingue (oltre all’italiano, l’inglese, il francese, il tedesco e il russo).
La missione – Il 23 novembre è partita alle 22,01 dalla base di Bajkonur, in Kazakistan, per la missione Futura, che ha un nome al femminile come la sua principale protagonista e che è la seconda di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana. Sei mesi in cui l’equipaggio della navicella Soyuz sarà impegnato a svolgere compiti di ricerca, sperimentazione e manutenzione operativa del laboratorio, dalla stampa 3D di ricambi spaziali al caffè espresso fatto in assenza di gravità. Ritorno previsto sulla Terra, maggio 2015. Samantha comunica tramite Twitter e il suo blog Avamposto 42: prima di partire ha scritto “Grazie a tutti, ci sentiamo dallo spazio”, poi è riapparsa con un selfie-space in cui sorrideva accompagnato dalle parole “ La mia prima alba dalla cupola… è straordinario, meglio di quanto potessi immaginare”, infine poco prima di avvicinarsi alla stazione spaziale è riuscita solo a dire “wow wow wow”… “Un torrente di emozioni”: così ha definito quello che sta vivendo nella prima conferenza stampa in orbita. Sam ha confessato che la vista dell’Italia le ha scaldato il cuore, ha parlato con i bambini delle scuole e ha sostenuto la campagna Unicef #impresastraordinaria contro la malnutrizione infantile dicendo: “Non ho mai pensato che arrivare quassù fosse un’ impresa impossibile perché non credo alle imprese impossibili: solo alle imprese straordinarie”.
Dallo spazio al Cern – Impresa straordinaria come quella di un’altra donna che ha fatto parlare di sé e della scienza, meno di un mese prima. Fabiola Gianotti, 52 anni, laureata in fisica sub-nucleare a Milano, nominata alla guida del Cern di Ginevra a inizio novembre. È il primo direttore a portare la gonna in 60 anni di esistenza del laboratorio dedicato alla fisica delle particelle più grande del mondo. «Cercherò di impegnarmi- ha affermato Gianotti al momento della sua elezione – per mantenere il ruolo di primo piano che il Cern ha nel campo dell’eccellenza scientifica, così come nella tecnologia e nell’innovazione, nell’educazione e nella collaborazione internazionale, nella scienza al servizio della pace». Gianotti ha battuto il britannico Terry Wyatt, dell’università di Manchester, e l’olandese Frank Linde, direttore dell’Istituto nazionale di fisica subatomica di Amsterdam. Non era la prima volta che si sentiva parlare di lei: nel 2012 aveva guidato il team di ricerca che aveva scoperto il bosone di Higgs, soprannominato “particella di Dio”. Questo, e non solo, le era valso il 78° posto tra le cento donne più potenti del mondo nella classifica della rivista Forbes e il quinto posto nella lista “Persona dell’anno 2012” stilata da Time .
Fino all’Onu – Non c’è due senza tre. E il 2014 è un anno felice per il connubio donne e scienza. All’inizio dell’anno, a marzo, Simonetta Di Pippo è stata nominata Direttore delloUnited Nations Office for Outer Space Affairs (UNOOSA). Anno 1959, ha assunto la carica dopo quella di Direttore del Volo Umano presso l’Agenzia Spaziale Europea e di consigliere speciale del Direttore Generale dell’ESA, oltre a quella di Responsabile dell’Osservatorio per la Politica Spaziale Europea per l’Agenzia Spaziale Italiana. Di Pippo è in assoluto la prima italiana a guidare l’organismo responsabile per i programmi dell’ONU di promozione della cooperazione internazionale nel settore spaziale, incarico che ricopre insieme a quello di presidente co-fondatrice dell’associazione internazionale Women in Aerospace Europe, dedicata a espandere le opportunità e la visibilità delle donne in ambito aerospaziale. CueCCc ’è chi ce l’ha fatta. Sotto a chi tocca.